Il bimbo che sevizia gli animali potrebbe diventare un serial killer



Roma - Il bambino di oggi, 5-8 anni, che maltratta gli animali, ovviamente prendendo a bersaglio quelli piccoli, e si diverte a seviziarli, potrebbe essere il serial killer di domani, o forse uno stalker, o un rapinatore o forse uno che maltratta una donna. In poche parole, una persona più facile alla devianza sociale. Perchè il maltrattamento degli animali costituisce il primo gradino della scala della violenza e quell’azione può essere predittiva di quanto potrebbe avvenire in futuro. Lo dicono ricerche e studi condotti a livello mondiale, ma ora anche in Italia, dove è delineato per la prima volta il «profilo zooantropologico criminale» di chi maltratta e/o uccide di animali. 

Tema delicato quello degli animali, pensando anche alle recenti parole di Papa Francesco che invitano non a trascurare gli animali ma ad occuparsi innanzi tutto delle persone, del vicino di casa. Per avere un’idea dell’importanza di disporre anche di questo tipo di profilo criminale, basti dire che l’Fbi che ha addirittura creato sezioni speciali di polizia che individuano un collegamento tra quel comportamento e gli episodi di devianza sociale e di criminalità, elevando il maltrattamento degli animali da semplice indicatore di pericolosità a “Top Crime”, inserendolo nella classificazione del database nazionale dei criminali. 

In Italia si comincia ad avere consapevolezza di ciò grazie anche ad una ricerca promossa dal Corpo forestale dello Stato ed effettuata anche nelle carceri italiane, grazie alla collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) del Ministero della Giustizia. 

Con il supporto di Link-Italia (associazione di promozione sociale-APS). La ricerca - presentata oggi nella sede del Cfs - ha registrato l’adesione di 537 detenuti, individuando 942 Link, termine che in psicologia, psichiatria, criminologia e scienze investigative anglosassoni indica la stretta correlazione fra maltrattamento e/o uccisione di animali e ogni altro comportamento violento, antisociale e criminale.
Le minacce di violenza su animali «a volte costituiscono uno strumento per creare un clima di controllo e potere, da parte del carnefice sulla vittima umana», ha rilevato Sorcinelli, aggiungendo che «c’è un preciso percorso statistico-matematico di analisi del fenomeno, incontrovertibile fino a prova scientifica contraria» su questo legame tra i due aspetti. La crudeltà fisica su animali è tra i sintomi del “disturbo della condotta”, considerato l’anticamera del disturbo antisociale in età adulta. Per i ricercatori «chiedersi se l’autore di un reato sia mai stato violento con un animale dovrebbe diventare un interrogativo d’obbligo, su giudizio istituzionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Eppure nel nostro Paese, tale dovere viene spesso sottovalutato o disatteso». 

Anche perché i maltrattamenti e/o uccisioni di animali, pur essendo contemplati nell’ordinamento giuridico penale italiano come delitti, sono percepiti come reati «minori » tanto che non vengono adeguatamente catalogati e classificati. Un fattore quest’ultimo che provoca la mancata percezione del fenomeno e delle sue implicazioni sociali. L’obiettivo del lavoro svolto in maniera congiunta dal Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli Animali (NIRDA) del Corpo forestale dello Stato e da LINK-ITALIA (APS), è quindi quello di fornire a livello nazionale strumenti nuovi relativi alla prevenzione e al controllo della violenza e del crimine sugli animali. Nel Global Status Report on Violence Prevention 2014, pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e da agenzie Onu emerge che i comportamenti antisociali causano più di 1,3 milioni di vite perse ogni anno ed un numero ancora superiore di feriti. 

A Roma il 18 settembre 2014 è stato sottoscritto dal Corpo Forestale dello Stato e Link-Italia il protocollo d’intesa che nel trattare il maltrattamento e l’uccisione di animali sia come grave reato da contrastare sia come sintomo di una situazione esistenziale patogena ed efficiente indicatore di pericolosità sociale costituisce la risposta operativa ai richiami dell’Oms sulla necessità di sviluppare e attuare programmi adatti a prevenire la violenza e a mitigarne gli effetti. Certo, c’è anche da dire che nel novembre 1933 Adolf Hitler firmò la legge sulla protezione degli animali...

(Fonte:  http://www.ilsecoloxix.it)


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