Per i giudici della Corte di Cassazione, oltre all'abbandono, anche l'indifferenza rappresenta un atteggiamento che può diventare elemento costitutivo del reato, come nel caso di un 56enne pugliese rimasto indifferente allo smarrimento del proprio cane. Con sentenza 18892/11, difatti, i giudici della Terza sezione penale della Suprema Corte hanno voluto punire l’atteggiamento indifferente di quest’uomo convalidandogli una multa di mille euro per abbandono di animali.
Con la predetta sentenza la Suprema Corte ha affermato che è opportuno punire non solo l'abbandono in sé ma quel 'senso di trascuratezza o disinteresse verso qualcuno o qualcosa, o anche la sola mancata attenzione'. Un atteggiamento che "in controtendenza con l'accresciuto senso di rispetto verso l'animale è avvertito nella coscienza sociale come una ulteriore manifestazione della condotta di abbandono che va dunque interpretato in senso ampio e non in senso rigidamente letterale".
La difesa aveva affermato che il cane si era perso in una battuta di caccia e le ricerche erano state vane. Ma la Cassazione ha sottolineato che "per la punibilità dell'agente non si esige soltanto la volontarietà dell'abbandono ma anche l'attuazione di comportamenti inerti incompatibili con la volontà di tenere con sè il proprio animale" e che "per abbandono non va inteso solo il mero distacco ma anche l'omesso adempimento da parte dell'agente dei propri doveri di custodia e cura e la consapevolezza di lasciare il soggetto passivo in una situazione di incapacità di provvedere a se stesso".
E ancora: "'Il concetto della trascuratezza, intesa come vera e propria indifferenza verso l'altrui sorte evoca l'elemento della colpa che, al pari del dolo rientra tra gli elementi costituitivi del reato contestato".
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