Se lo osserviamo bene proviamo tanta tenerezza nel vederlo così piccolo con una lunghezza che sfiora i trenta centimetri. Ha il capo largo ed il muso piccolo e appuntito, gli occhi sono piccoli e scuri, le orecchie larghe, corte e arrotondate. Il tronco è tozzo, sostenuto da zampe brevi, con lunghe dita armate di robusti artigli. Le parti dorsali, dalla fronte alla coda, e i fianchi sono ricoperti da aculei (che sono peli modificati) brevi (2-3 cm) e duri, di colore grigio con l'apice biancastro; le parti inferiori sono invece rivestite di peli brunastri. La femmina è più grande del maschio, partorisce tra aprile e settembre 4 o 5 piccoli che nascono con la pelle chiara e delle macchioline, in corrispondenza delle quali crescono poi gli aculei che all'inizio sono interamente bianchi, radi e morbidi; dopo circa sei settimane essi sono completamente indipendenti.
Anche se ci appare dolce e simpatico, la sua indole è poco socievole, tranne nel periodo dell'accoppiamento il cui rituale può durare anche diverse ore. Lo si può incontrare maggiormente durante le ore del crepuscolo e della notte, mentre durante il giorno si nasconde nella propria tana di paglia e foglie, situata nelle cavità dei tronchi, sotto le rocce o nei cespugli. La sua andatura è lenta, attenta ad esplorare e fiutare qualsiasi oggetto che incontra : la vista è poco sviluppata, mentre ha un udito ed un olfatto finissimi, riuscendo addirittura a sentire gli insetti muoversi sotto terra. Caratteristico è il suo modo di difendersi: al minimo rumore sospetto l'animale fa un salto sulle quattro zampe per colpire con gli aculei qualsiasi cosa si trovi vicino. Dopo di che si appallottola stretto, nascondendo capo e zampe, trasformandosi in una sfera spinosa difficilmente attaccabile; adotta la stessa tattica anche quando gli succede di cadere da un muro o di scivolare lungo un pendio: in tal modo evita di ferirsi. La sua dentatura è completa, formata da 44 denti aguzzi e taglienti, ed è particolarmente adatta a triturare gli insetti.
Oltre a questi si ciba di molluschi, lombrichi, ranocchie, lucertole, piccoli mammiferi, nidiacei e anche frutti; si dice che sia un abile cacciatore di vipere, che afferra per il collo rompendo loro la colonna vertebrale. Alcuni affermano che il riccio è immune dal veleno delle vipere, in realtà è solo molto abile a difendersi dal loro morso velenoso. Poco abile nel difendersi dalla volpe che riesce a fargli lasciare la posizione di difesa colpendolo nell'unico punto vulnerabile, il naso.
Nei paesi freddi, il riccio va in letargo quando la temperatura scende al di sotto dei 10°C, mentre in quelli a clima temperato può restare attivo per tutto l'anno. Durante l'ibernazione diventa insensibile ed è difficile svegliarlo.
Ora non ci resta che sperare di incontrarlo ...
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