Lo ha assicurato il Governo inglese in Parlamento. La legge di recepimento della Direttiva sulla sperimentazione animale approvata nel settembre 2010, imporrà il divieto di sperimentare su cani e gatti randagi.
Tra i tanti aspetti negativi, la tanto criticata disposizione europea consentirebbe agli stati membri di provvedere all’accalappiamento di cani e gatti e destinarli ai laboratori della sperimentazione animale. In Italia, questo non sarà comunque possibile ma solo perché il nostro paese, grazie alla legge 281/91, ovvero la cosiddetta legge sul randagismo, vieta tale destino. Il rischio vero è per quei paesi che hanno, nella loro legislazione, una diversa attenzione per questi problemi. L’Inghilterra non è sicuramente tra questi ma la teorica possibilità che il randagismo potesse finire per alimentare i lettini degli sperimentatori, aveva fatto tremare gli ambienti animalisti e non solo.
Diversa considerazione, invece, per gli animali selvatici. Parrebbero a tal proposito essere state introdotte alcune eccezioni al divieto di sperimentare, quali particolari studi relativi alla salute e dal benessere degli animali o un grave rischio per l’ambiente e la salute umana. Forse, nella bozza di recepimento inglese, si riflette solo la diversa incomprensibile sensibilità esistente tra diverse specie di animali. Massima per problemi di cani e gatti ma molto meno per la fauna selvatica.
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