Articolo di Francesca Mancuso pubblicato su http://www.greenme.it
Centinaia di migliaia di animali ogni anno vengono uccisi dalle zoomafie. Dalle corse clandestine di cavalli, la prima emergenza, al business dei canili e al traffico di cuccioli. Ma ci sono anche il contrabbando di fauna
e il bracconaggio organizzato, le macellazioni clandestine e
l’abigeato, la pesca di frodo e le illegalità nel comparto ittico, i
combattimenti tra cani e l’uso di animali a scopo intimidatorio o per lo
spaccio di droga. Questi i principali reati segnalati nella nuova
edizione del Rapporto Zoomafia della LAV.
Non mancano neanche i traffici di animali via internet.
Scenari agghiaccianti quelli emersi dal dossier giunto ormai alla sua
quattordicesima edizione. Solo lo scorso anno, il totale dei
procedimenti sia a carico di noti che di ignoti per i reati a danno
degli animali e per il campione del 63% delle Procure Ordinarie, è di
6.245 fascicoli (2.895 a carico di noti e . a carico di ignoti), con un
totale di 3862 persone indagate.
Partendo da questo
dato e proiettandolo a livello nazionale, è stato calcolato che in media
nelle Procure d’Italia vengono aperti circa 24 fascicoli al giorno per
reati a danno di animali, uno ogni ora. Una persona ogni ora e mezza circa viene indagata.
Un business che non
conosce crisi, e che continua a crescere anno dopo anno. Rispetto al
2011, il 2012 ha fatto registrare un aumento del 15% dei fascicoli sui
reati aperti e del 3% del numero degli indagati.
Crimini contro gli animali, dove
I dati fonriti dalle Procure Ordinarie hanno permesso
di stilare una classifica dei reati in esame: oltre al caso particolare
e anomalo di Montepulciano (SI) dove nel corso del 2012 non sono stati
aperti fascicoli per i reati in esame, la Procura con meno procedimenti
per reati contro gli animali è quella di Mistretta (ME) con solo 4
procedimenti, seguita da Imperia con 5 (3 noti e 2 ignoti); Melfi (PZ)
con 7 (1 noti e 6 ignoti); Mondovì (CN) con 10 (ignoti); Cuneo con 11,
(10 noti e 1 ignoti); Lagonegro (PZ) sempre con 11 (7 noti e 4 ignoti);
Aosta con 12 (noti); Nicosia (EN) con 13 (7 noti e 6 ignoti); Sciacca
(AG) con 13 (8 noti e 5 ignoti); Camerino (MC) con 14 (7 noti e 7
ignoti); Casale Monferrato (AL) 14 (5 noti e 9 ignoti).
La Procura con il maggior numero di procedimenti sopravvenuti nel 2012, sempre in base al campione del 63% analizzato, è quella di Brescia,
con ben 722 procedimenti (431 noti e 291 ignoti). Questo dato può
essere spiegato in parte con i numerosi procedimenti aperti per
violazione alla normativa venatoria che arrivano a 377 fascicoli. Seguono Firenze con 220 procedimenti (94 noti e 126 ignoti); Bergamo con 187 procedimenti (81 noti e 106 ignoti); Milano
con 144 procedimenti (67 noti e 77 ignoti). A Roma nel 2012 si sono
registrati 193 procedimenti (76 noti e 117 ignoti) con 130 indagati, in
aumento rispetto agli anni precedenti.
I reati
Si parte dalle corse clandestine di cavalli:
16 gli interventi delle forze dell’ordine, 5 le corse clandestine
bloccate e 122 le persone denunciate di cui 1 arrestata per reati
connessi. Tra i sequestri, 77 cavalli, un ippodromo abusivo, 13 stalle e
due maneggi. 4 i cavalli morti trovati per strada. Diminuite comunque
le persone denunciate: 122 rispetto alle 179 del 2011 e alle 129 del
2010.
Vi sono poi i canili illegali e il traffico di cani.
Non tutti i canili sono legali. Spesso si trovano strutture
sovraffollate e inadeguate sotto l’aspetto igienico sanitario e
strutturale. Non conosce crisi neanche il business sui randagi grazie a
convenzioni con le amministrazioni locali per la gestione dei canili.
Solo nel 2012 sono state sequestrate 4 strutture. Cuccioli affogati
nell’acqua e gettati nell’immondizia, cani costretti a vivere in gabbie
anguste, prive di riparo, e senza avere la possibilità di muoversi:
questi alcuni dei casi accertati.
Aumenta anche il numero di cuccioli importati illegalmente dai Paesi dell’Est.
1360 i piccoli sequestrati, per un giro d'affari complessivo di circa
un milione di euro. 29 le persone denunciate di cui 14 cittadini
stranieri. La provenienza dei cuccioli è spesso la Slovacchia, seguita
dall’Ungheria, ma è stata scoperta una nuova rotta: da Malta alla
Sicilia.
Tra i reati più numerosi anche il contrabbando di
fauna e la biopirateria, ossia il traffico internazionale di animali e
piante rare. Nel 2012 la Cites del Corpo forestale dello Stato ha
sequestrato 6.240 esemplari protetti dalla Convenzione di Washington per
un valore di circa 800.000 euro, grazie a 126 indagini che hanno
coinvolto 186 soggetti. Un caimano trovato nell’abitazione di un
pregiudicato romano, statuette e monili di avorio, coralli bianchi,
zanne di elefante africano, pelli e carne di coccodrillo, 42 uova di
tartaruga, capi di abbigliamento con pellicce di procione, 600 scorpioni
trovati nella valigia di un passeggero all’aeroporto di Firenze, un
serpente a sonagli, una vipera dal corno, una tartaruga azzannatrice,
una tartaruga alligatore e un varano.
Il bracconaggio continua a mietere vittime
diventando sempre più pericoloso, con traffici di armi rubate o
clandestine, resistenza e minacce agli organi di vigilanza, attentati
alle auto di servizio. L’abbattimento o la cattura di specie protette è
purtroppo molto diffuso: lupi, orsi, gru, Ibis eremita e anche Pilar.
Anche la macellazione clandestina rientra tra i reati più frequenti.
E infine i combattimenti tra animali,
un crimine in ripresa nel 2012 rispetto al calo degli anni precedenti.
Lo provano i tanti ritrovamenti di cani con ferite da morsi o di cani
morti con cicatrici riconducibili alle lotte, o ancora a furti e
rapimenti di cani di grossa taglia o di razze abitualmente usate nei
combattimenti. Nel 2012 sono stati sequestrati 25 cani riconducibili ai
combattimenti, tenuti in tre allevamenti diversi, e sono state
denunciate tre persone.
“Nonostante l’incremento delle denunce siamo lontani da un’adeguata risposta repressiva – ha commentato Ciro Troiano, criminologo, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV e autore del Rapporto –. Analizzando i dati si evince che le denunce presentate sono solo una minima parte di reati contro gli animali realmente consumati e ciò rafforza un sospetto che abbiamo da tempo: la maggioranza dei reati contro gli animali non viene denunciata”.
“L’impressione, leggendo questi dati, - continua - è
che l’azione penale venga esercitata solo in pochissimi casi e che in
assenza di formale denuncia, peraltro non richiesta per i reati in
esame, essendo reati comuni perseguibili di ufficio, non ci sia un
intervento della polizia giudiziaria e quindi l’apertura di un formale
procedimento da parte della Procura”.
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