Brasile – I beagle liberati, sono sui social network

Montichiari messa in evidenza nei giornali brasiliani

Articolo pubblicato da GEAPRESS il 19 ottobre 2013

 
beagle sp Sta acquisendo toni surreali la vicenda dei beagle di São Roque, liberati la scorsa notte da decine di attivisti animalisti da un centro di ricerca più volte al centro di polemiche. Il numero esatto  non è ancora chiaro, ma si è più volte riferito di almeno 200 animali.
Una vicenda, come hanno sottolineato gli stessi giornali brasiliani, che richiama quanto avvenuto in Italia nell’aprile del 2012: Green Hill e Montichiari.
A São Roque, nella regione metropolitana di San Paolo, l’azione è stata per certi versi ancora molto più plateale rispetto a quanto avvenuto a Montichiari. Gli attivisti ancor di più non hanno evitato di  farsi riprendere in volto nonostante telecamere e macchine fotografiche. Signore entusiaste ed ipercaricate. Alzate sui capelli quelle parvenze di mascherine che dovevano servire a proteggere il volto, si sono lasciate andare a dichiarazioni ed improbabili disposizioni sotto lo sguardo impotente di quelli che sembrerebbero essere addetti della sicurezza se non della stessa polizia brasiliana. Poi, con i beagle, via con le proprie autovetture.
Una Montichiari ancor più potenziata, verrebbe da dire.  In Brasile i beagle trafugati dal Royal Institute, sono ora apparsi nei social network. Richieste di adozioni, particolareggiate descrizioni su presunte malattie, tra cui tumori, e menomazioni indotte come nel caso di quelli che verrebbero descritti come privi di occhi. Tutto smentito dal Centro in questione che ha sottolineato la correttezza della loro sperimentazione oltre al fatto di avere subito un atto di terrorismo.
Ad oggi, però, sembra che non vi sia stato alcun arresto mentre ancora non chiarita è la paventata  denuncia di alcune persone.  A distanza di ore le prime dichiarazioni della Polizia riferiscono del reato di rapina. Tutte notizie che si rincorrono.
Di certo la protesta era iniziata nel pomeriggio antecedente. Poche decine di manifestanti appartenenti a diverse organizzazioni di protezione degli animali. Sembra che agli attivisti sia stato rifiutato un incontro con la direzione del Centro. C’è stato pure chi si è recato nella locale stazione di Polizia per presentare una denuncia su presunti maltrattamenti. Nella notte, però, gli attivisti sono andati via via aumentano e intorno alle 2.00 c’è stata l’irruzione. Impossibile contarli, sembrava veramente una ripetizione di Montichiari. Entusiasmi scanditi in portoghese e cani veicolati sotto la recinzione. Poco prima una ragazza, sembra munita di una grossa pietra, è stata vista all’interno del Centro mentre  tentava di rompere il lucchetto del cancello di ingresso. All’esterno decine di persone che attendevano di entrare. Tutti volti comuni come quelli di  Montichiari dove  i cani  vennero fotografati mentre passavano di mano in mano al di sopra della recinzione. Sul cancello della struttura brasiliana, una grande bandiera scura e la scritta ALF. Chissà chi l’aveva sistemata, ma a guardare i volti delle decine di persone che si sono fatte immortalare da telecamere e macchine fotografiche, una cosa sola sembrava immediatamente accomunarli: la felicità per la liberazione dei cagnolini. Per il resto, capannelli di persone con i beagle in mano, trasportini e pick up stracolmi di code scodinzolanti.
Come reagiscono i pro-sperimentazione brasiliani? Alle prime dichiarazioni sull’interruzione della ricerca (fatto, questo, successo anche in Italia)  ne è seguita una   di tono più cupo. Poche ore addietro uno scienziato del Consiglio Nazionale per il controllo della sperimentazione animale (CONCEA) ha affermato che i cani potrebbero essere affetti da virus, patogeni ed altre sostanze con teorico potere di contaminazione. Il CONCEA è un’agenzia del Ministero della Scienza e della Tecnologia brasiliano.
Sarà, ma ancora una conferma ufficiale dal Centro così come una particolareggiata descrizione  del presunto pericolo, non è stata diffusa. I beagle sono microchippati, ma sui social network è facilissimo poterli rintracciare. C’è chi dona e chi cerca adozioni. Poi mediciali, cibo e mille apprensioni di tantissimi utenti.  Persone sempre più scoperte e disposte a beccarsi una pesante denuncia. Una Montichiari ma con un numero di animali liberati che evidentemente tende naturalmente a lievitare. Prima o poi anche la politica se ne accorgerà.



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