Dichiarazione Universale dei Diritti dell' Animale
Dichiarazione Universale
Carta dei diritti dell'animale
- Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale
- lo spirito della D. U. D. A
- significato ecologico del documento
Quando nella cultura italiana esistevano solo, a favore degli animali, la pietà, la protezione , la zoofilia e l'antivivisezionismo, fu certamente uno "scandalo" parlare di diritti degli animali e dell'ambiente, di comunità biologica, di biocentrismo, di specismo, di giustizia interspecifica. Diffondendo la Carta dei diritti dell'animale, si aprì un varco nell'antropocentrismo imperante e dì lì passarono zoofili ed ecologi verso la strada comune del biocenttismo.
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale
PREMESSA
Considerato che ogni animale ha dei diritti;
considerato che il disconoscimento e il disprezzo di questi diritti hanno portato e continuano a portare l' uomo a commettere crimini contro la natura e contro gli animali;
considerato che il riconoscimento da parte della specie umana del diritto all'esistenza delle altre specie animali costituisce il fondamento della coesistenza delle specie nel mondo;
considerato che genocidi sono perpetrati dall' uomo e altri ancora se ne minacciano;
considerato che il rispetto degli animali da parte degli uomini è legato al rispetto degli uomini tra loro;
considerato che l'educazione deve insegnare sin dall'infanzia a osservare, comprendere, rispettare e amare gli animali.
considerato che il disconoscimento e il disprezzo di questi diritti hanno portato e continuano a portare l' uomo a commettere crimini contro la natura e contro gli animali;
considerato che il riconoscimento da parte della specie umana del diritto all'esistenza delle altre specie animali costituisce il fondamento della coesistenza delle specie nel mondo;
considerato che genocidi sono perpetrati dall' uomo e altri ancora se ne minacciano;
considerato che il rispetto degli animali da parte degli uomini è legato al rispetto degli uomini tra loro;
considerato che l'educazione deve insegnare sin dall'infanzia a osservare, comprendere, rispettare e amare gli animali.
SI PROCLAMA:
Articolo 1
Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all'esistenza.
Articolo 2
a)
Ogni animale ha diritto al rispetto; b) l'uomo, in quanto specie
animale, non può attribuirsi il diritto di sterminare gli altri animali o
di sfruttarli violando questo diritto. Egli ha il dovere di mettere le
sue conoscenze al servizio degli animali; c) ogni animale ha diritto
alla considerazione, alle cure e alla protezione dell'uomo.
Articolo 3
a)
Nessun animale dovrà essere sottoposto a maltrattamenti e ad atti
crudeli; b) se la soppressione di un animale è necessaria, deve essere
istantanea, senza dolore, nè angoscia.
Articolo 4
a)
Ogni animale che appartiene a una specie selvaggia ha il diritto di
vivere libero nel suo ambiente naturale terrestre, aereo o acquatico e
ha il diritto di riprodursi; b) ogni privazione di libertà, anche se a
fini educativi, è contraria a questo diritto.
Articolo 5
a)
Ogni animale appartenente ad una specie che vive abitualmente
nell'ambiente dell' uomo ha diritto di vivere e di crescere secondo il
ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che sono proprie della sua
specie; b) ogni modifica di questo ritmo e di queste condizioni imposta
dall'uomo a fini mercantili è contraria a questo diritto.
Articolo 6
a)
Ogni animale che l'uomo ha scelto per compagno ha diritto ad una durata
della vita conforme alla sua naturale longevita'; b) l'abbandono di un
animale è un atto crudele e degradante.
Articolo 7
Ogni
animale che lavora ha diritto a ragionevoli limitazioni di durata e
intensità di lavoro, ad un'alimentazione adeguata e al riposo.
Articolo 8
a)
La sperimentazione animale che implica una sofferenza fisica o psichica
è incompatibile con i diritti dell' animale sia che si tratti di una
sperimentazione medica, scientifica, commerciale, sia di ogni altra
forma di sperimentazione; b) le tecniche sostitutive devono essere
utilizzate e sviluppate.
Articolo 9
Nel
caso che l'animale sia allevato per l'alimentazione deve essere
nutrito, alloggiato, trasportato e ucciso senza che per lui ne risulti
ansietà' e dolore.
Articolo 10
a)
Nessun animale deve essere usato per il divertimento dell' uomo; b) le
esibizioni di animali e gli spettacoli che utilizzano degli animali sono
incompatibili con la dignità dell'animale.
Articolo 11
Ogni atto che comporti l'uccisione di un animale senza necessità è un biocidio, cioè un delitto contro la vita.
Articolo 12
Ogni
atto che comporti l'uccisione di un gran numero di animali selvaggi è
un genocidio, cioè un delitto contro la specie; b) l'inquinamento e la
distruzione dell'ambiente naturale portano al genocidio.
Articolo 13
a)
L'animale morto deve essere trattato con rispetto; b) le scene di
violenza di cui gli animali sono vittime devono essere proibite al
cinema e alla televisione a meno che non abbiano come fine di mostrare
un attentato ai diritti dell'animale.
Articolo 14
a)
Le associazioni di protezione e di salvaguardia degli animali devono
essere rappresentate a livello governativo; b) i diritti dell' animale
devono essere difesi dalla legge come i diritti dell'uomo.
[ Traduzione italiana di Laura Girardello ]
Lo spirito della D. U. D. A.
La
Dichiarazione Universale dei Diritti dell' Animale è stata proclamata
il 15 ottobre 1978 presso la sede dell'UNESCO a Parigi. Il suo testo è
stato redatto, nel corso di riunioni internazionali, da personalità
appartenenti al mondo scientifico, giuridico e filosofico e alle
principali associazioni mondiali di protezione animale. Tale
Dichiarazione costituisce una presa di posizione filosofica riguardo ai
rapporti futuri tra la specie umana e le altre specie.
All'alba del XXI
secolo essa propone infatti all'uomo le norme di un' ETICA che dovrebbe
essere fermamente e chiaramente espressa nel mondo attuale, già così
turbato, minacciato di distruzione e nel quale violenza e crudeltà
esplodono in ogni istante.
L'
EGUALITARISMO della "Dichiarazione" deve essere ben compreso:
l'affermazione dell'art. 1: "Tutti gli animali nascono uguali davanti
alla vita e hanno gli stessi diritti all'esistenza "non esprime
un'eguaglianza di fatto tra le specie,ma un'eguaglianza di diritti,non
nega cioè le evidenti differenze di forme e di capacità esistenti tra
gli animali, ma afferma il diritto alla vita di tutte le specie nel
quadro dell'EQUILIBRIO NATURALE.
L'
uomo, nel corso del tempo, ha stabilito un codice di diritti relativi
alla propria specie; ma, nei confronti dell'universo, non dispone di
alcun particolare diritto. L'uomo è, in effetti, una delle specie
animali terrestri, e una delle più recenti comparse sulla terra. La Vita
non appartiene alla specie umana, l'uomo non è nè il creatore nè il
detentore; la vita appartiene tanto all'insetto che al pesce, tanto al
mammifero che all'uccello.
L'
uomo ha invece creato nel mondo vivente una gerarchia arbitraria che
non esiste in natura, tenendo conto solamente della propria utilità.
Questa
gerarchia antropocentrica ha condotto allo SPECISMO, che consiste
nell'adottare un atteggiamento differente secondo le specie, nel
distruggerne alcun proteggendone altre, nel dichiarare che certe specie
sono "utili", altre "nocive", o "crudeli". Per causa dello SPECISMO
alcuni proteggono il cane e il gatto, mentre non si preoccupano degli
animal selvatici imprigionati negli zoo, oppure proteggono le aquile e
perseguitano le talpe.
Per
specismo si è riservata "l'intelligenza" all'uomo e si è concesso
"l'istinto" all'animale. Lo specismo ha anche indotto l'uomo a ritenere
che l'animale non soffrisse come lui, per poterlo usare e sfruttare Come
il "razzismo", che nega a certi uomini quei diritti che altri uomini si
attribuiscono, si può definire un CRIMINE CONTRO L' UMANITA', così lo
"specismo", che stabilisce una gerarchia di diritti nel mondo, è un
CRIMINE CONTRO LA VITA .
I
principi della "Dichiarazione" aiutano l' umanità a ritrovarsi in
armonia con l'universo. Non hanno certamente lo scopo di far regredire
l'uomo alla vita primitiva, ma tendono a indurlo al RISPETTO PER LA VITA
, perchè l' uomo ha il DOVERE, per il bene di tutta la COMUNITA'
BIOLOGICA alla quale APPARTIENE e dalla quale DIPENDE, di rispettare la
Vita in tutte le sue forme.
La
D.U.D.A. proponeva nel 1978 regole di comportamento umano nei vari
settori in cui l'uomo si incontra e/o si scontra con la natura e gli
animali:
- rispetto per gli habitat e per gli animali selvatici (quindi rinuncia o riduzione di caccia e pesca);
- rinuncia all'uso di animali per divertimento o pseudocultura (zoo e circhi);
- rinuncia all'addomesticamento autoritario di alcune specie:
a) per fini alimentari (allevamenti intensivi, trasporti, macellazioni)
b) per fini commerciali e sportivi (cani, gatti, cavalli e altri animali)
c) per l'abbigliamento (animali da pelliccia);
- rinuncia all'uso di animali per la ricerca biomedica, industriale, cosmetica, didattica,ecc.;
- rinuncia ai maltrattamenti, alle crudeltà, agli abbandoni di animali domestici;
-
rinuncia all'uso, alla tortura, all'uccisione di animali a scopi di
divertimento (corride, combattimenti di cani, rodei, corse, feste
sadiche, ippica)
L'
ETICA BIOLOGICA della "Dichiarazione" non ha certo lo scopo di far
dimenticare la lotta contro la miseria dell'uomo, contro la fame, la
guerra, la tortura, l'egoismo, ma induce l'umanità a ritrovare il suo
posto tra le specie viventi e ad integrarsi in un nuovo
equilibrionaturale,condizione fondamentale per la propria sopravvivenza .
Ciò
significa che la specie umana deve modificare il suo modo di pensare
per rinunciare progressivamante alla sua attitudine antropocentrica,
come ad ogni comportamento zoolatrico, per adottare un comportamento
BIOCENTRICO fondato sulla tutela della Vita. In questo senso la
Dichiarazione universale dei diritti dell'animale è una tappa importante
della cultura umana.
Significato ecologico del documento
Alla luce
dei più recenti studi della moderna biologia la "Dichiarazione" propone
le norme di un' etica fondata sul diritto all'esistenza di tutte le
specie, nel quadro dell'equilibrio naturale. Ne deriva per l'uomo il
dovere di rispettare la Vita in tutte le sue forme nel rispetto
dell'UNITA' e, al tempo stesso, della DIVERSITA' degli esseri viventi;
ne deriva ancora l'impegno ad una lotta pacifica ma ferma per ridurre ed
eliminare la sofferenza, la tortura, la distruzione nell'ambito della
comunità biologica a cui l'uomo appartiene e dalla quale dipende.
Ogni
specie, ogni individuo contribuisce, con la sua originalità, ad
assicurare la stabilità dinamica della biosfera e dunque la
sopravvivenza di tutti i suoi componenti. Ogni specie, ogni individuo
possiede dunque DIRITTI NATURALI ad un'esistenza degna. La specie umana
ha invece iniziato un'autoritaria gestione dell'economia biologica,
gestione che è assicurata da una continua gerarchizzazione delle specie e
degli individui, riferita esclusivamente alle possibilità di un gruppo
culturale usato come unità di misura.
L'addomesticazione
totalitaria della Natura da parte dell'uomo è avvenuta a prezzo di
sofferenze, distruzioni e uccisioni di specie ed individui fino a
minacciare d'esitinzione l'Evoluzione e l'esistenza di tutta la
biosfera.
Poichè
l'uomo ha superato il limite oltre il quale l'equilibrio naturale può
essere definitivamente sconvolto, con danno irreversibile anche per la
specie umana, è necessario limitare quei diritti sul mondo che l'uomo si
è sconsideratamente arrogato.
Tale
documento è quindi una proposta operativa per un impegno di vita che si
realizzi nel rifiuto del consumismo, dello spreco, dello sfruttamento e
nella gestione equa delle risorse, nella scelta di beni essenziali nel
rispetto dell'equilibrio biosferico sia nel settore produttivo che in
campo scientifico, culturale e del tempo libero.
Sul piano
giuridico la Dichiarazione indica una strada per il riconoscimento e la
tutela dei diritti dell'animale considerato non in relazione al
possesso,all'affetto o all'utile ecologico dell' uomo, ma come soggetto,
individuo, portatore di interessi vitali.
La
Dichiarazione universale dei diritti dell'animale, redatta dalla Lega
internazionale dei diritti dell'animale, è stata presentata a Bruxelles
il 26 gennaio 1978 e sottoscritta da personalità del mondo filosofico,
giuridico e scientifico; successivamente è stata proclamata a Parigi
presso la sede dell'UNESCO, il 15 ottobre 1978, presenti Remy Chauvin,
etologo e scrittore e Alfred Kastler, premio Nobel per la fisica, La
delegazione italiana era costituita dalla dr. Laura Girardello, dal dr.
Giovanni Peroncini, dal prof. Mario Girolami e dalla prof. Clara Genero.
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