L’uomo, un ex operaio, si giustifica: “Vengono considerati più degli esseri umani”
È stato smascherato anche grazie ai suoi disegni postati su un blog, il 50enne che dallo scorso novembre “farciva” con chiodi uncinati decine di polpette che poi lasciava nei giardini pubblici e nelle strade di Riolo Terme e Imola, sperando che i cani di passaggio le trangugiassero, con conseguenze immaginabili. Si tratta di un cittadino di Riolo Terme, ex operaio, ora disoccupato, celibe.
L’uomo, incensurato - la cui identità non è stata rivelata dalle forze
dell'ordine - identificato grazie all’attività dei Carabinieri della
stazione di Riolo Terme e della Compagnia di Faenza, è stato denunciato a
piede libero per maltrattamento di animali. Oltre alle polpette, il
50enne, esperto disegnatore, diffondeva manifesti in cui – attraverso i fumetti – venivano rappresentate scene di violenza nei confronti dei cani (una ragazza che ne decapita uno) e di chi li difende (come Edoardo Stoppa di Striscia la Notizia, che appare anche lui decapitato da una dea egizia dalle sembianze di gatto).
L’ex operaio con la sua attività è riuscito, purtroppo, a mandare al pronto soccorso almeno un paio di cani,
che hanno rischiato di morire, ma che grazie alle cure tempestive sono
stati salvati. C’è da dire che – secondo le testimonianze dei veterinari
- l’ingestione di chiodi, anche quando non porti alla morte, può avere
conseguenze devastanti per gli organi dei poveri animali, molto più
delle polpette avvelenate.
L’indagine è partita dalle segnalazioni dei cittadini che hanno fatto
scattare immediatamente l’attività delle Forze dell’Ordine, dapprima
attraverso una ricerca di persone residenti tra Riolo Terme ed Imola
con una propensione per il disegno fumettistico, poi esaminando la rete
per verificare l’attività artistica di alcuni individui il cui profilo
poteva corrispondere all’autore delle vignette. I risultati sono
arrivati velocemente: grazie al rinvenimento di disegni postati su un
blog – dello stesso tipo di quelli diffusi tramite volantino - si è
arrivati, infatti, al 50enne riolese. I sospetti sono stati confermati
grazie a pedinamenti notturni.
Nella mattina di ieri è partita la perquisizione domiciliare a casa
dell’ex operaio, firmata dal sostituto procuratore Daniele Barberini e
dal procuratore capo Alessandro Mancini, che ha permesso ai carabinieri
di rintracciare il materiale utilizzato per piegare i chiodi, i
volantini, alcuni petardi riempiti con pallini e una macchina
fotografica nella quale erano presenti alcuni scatti che ritraevano i
bocconi.
Posto davanti all’evidenza, per giustificare i gravissimi atti
compiuti, il 50enne ha spiegato che la sua era una forma di protesta
contro l’eccessiva considerazione data ai cani, a volte a scapito degli
esseri umani. Sui disegni spesso compare il logo "Alamo":
l'uomo ha spiegato di riferirsi all'assalto di Fort Alamo (1836) e alla
sconfitta dei texani da parte dei messicani dopo un lungo assedio. Fuor
di metafora, il 50enne voleva - secondo le sue dichiarazioni - lasciar
intendere di essere consapevole che la sua "protesta" era destinata a
fallire.
(Fonte: http://www.ravenna24ore.it)
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