Animali e associazioni. In vigore in Sicilia il decreto Gucciardi. Ecco cosa cambia




Pagare i rimborsi spese sostenuti da un’associazione per il trasporto di animali all’estero sarà comunque considerata un’attività commerciale. Non è la prima volta, in effetti, che dietro lauti rimborsi spese (a volte gonfiati dal costo di vaccini e sterilizzazioni più o meno rendicontate) alcuni “animalisti” si siano inventati un lavoro in nero, molto diverso dall’apparente volontariato.



I movimenti di denaro più importanti emergono da adozioni di animali provenienti dalla Sicilia e diretti in Svizzera, dove un cane può superare le 600 euro di rimborso spese. Un solo viaggio di una decina di cani, spesso a cura delle cosiddette staffettiste, corrisponderebbe a 6000 euro.

Il nuovo decreto regionale firmato da Baldo Gucciardi del 4 novembre scorso, nasce dalle ripetute segnalazioni di trasporti con mezzi non idonei e insufficiente documentazione d’accompagnamento, e garantisce la necessaria rintracciabilità delle movimentazioni e dei corretti inserimenti nell’anagrafe canina.

Ma le segnalazioni avevano riguardato anche strutture di ricovero non autorizzate, dove vi erano parecchi cani, considerati semplicemente “stalli”. Strutture, si legge nel decreto, “in regime di vero e proprio abusivismo in assenza di requisiti strutturali e funzionali e in assenza di una corretta gestione anagrafica e documentale degli animali detenuti e movimentati”.

Le cose adesso cambiano. Per esempio non sarà più possibile movimentare cuccioli non microchippati o animali non sterilizzati.
Le novità riguardano soprattutto il cosiddetto “modello A”. Si tratta di disposizioni obbligatorie secondo l’articolo 1 del decreto, applicate ai “casi di trasferimento del possesso di cani e gatti tra privati, tra rifugi e tra rifugi e privati sia all’interno della Regione, tra province diverse, e sia per trasferimenti extraregionali quando il numero degli animali da trasferire è superiore a due unità”.
Inoltre, il passaggio di proprietà in anagrafe, attribuendo la titolarità del cane o del gatto all’adottante o alla struttura di ricovero che si fa carico dell’accoglienza dell’animale, dovrà avvenire prima della partenza.

Il nuovo “modello A” che accompagna il viaggio degli animali, combatte radicalmente l’opacità di certe trasferte improvvisate e lo strapotere di alcune staffettiste per nulla interessate alle loro condizioni di benessere durante il tragitto. 
In questo rinnovato documento di accompagnamento, occorre riportare: le vaccinazioni, i risultati dei test per la  leishmaniosi e le malattie da zecca, la tipologia del mezzo di trasporto (aereo, nave, furgone…), data e orario di partenza e di arrivo, i dati dell’adottante.  Nel caso in cui il cane sia stato seguito da un veterinario privato, occorre invece fornire al veterinario dell’Asp la documentazione relativa a vaccini, sterilizzazione e risultati dei test, insieme alla ricevuta di pagamento delle prestazioni. Sarà infatti il veterinario dell’Asp a compilare il “modello A” e trasmetterlo all’Asp o Asl di destinazione dell’animale.
Non saranno più possibili le autocertificazioni. Per il rilascio del “modello A”, infatti, il servizio medico veterinario dell’Asp dovrà anche acquisire la certificazione rilasciata da un medico veterinario attestante l’idoneità degli animali al trasporto in relazione anche alla durata prevista.
Nessun cane (salvo relativa autorizzazione) potrà essere adottato, o anche solo movimentato, prima di essere sterilizzato.

Giro di vite puree per le strutture adibite alla custodia. Sarà vietato detenere anche temporaneamente e a qualsiasi titolo, più di dieci cani, senza l’espressa autorizzazione dell’Asp che, con un sopralluogo, dovrà verificare “i requisiti minimi necessari per assicurare agli animali idonee condizioni di benessere”, assicurando poi (come da regolamento di polizia veterinaria) la vigilanza permanente, con almeno una visita all’anno.  Misure atte a scongiurare situazioni di degrado come quelle verificatesi a Castelvetrano nel 2015, culminate con il sequestro penale dei Nas ed un processo tuttora in corso per maltrattamento nei confronti della presidente dell’ associazione Laica.

Adesso, le strutture di ricovero autorizzate verranno registrate in un sistema informativo. E quelle senza autorizzazione saranno considerate abusive e sgomberate attraverso un’ordinanza sindacale.
In caso di mancato sgombero entro il termine stabilito – si legge ancora nel decreto - ferma restando l’applicazione delle sanzioni di legge e la segnalazione alla Autorità Giudiziaria, i comuni, anticipando le spese, procedono in forma coatta al trasferimento dei cani in idonee strutture di ricovero autorizzate”, ovviamente con spese a carico dei proprietari delle strutture sgomberate.

I cani di questi rifugi dovranno essere sterilizzati. Diversamente un’ordinanza sindacale li obbligherà a farlo entro un tempo stabilito, trascorso il quale gli animali verranno prelevati a cura dei comuni e sterilizzati dall’Asp negli ambulatori pubblici. Chiaramente, con costi di trasferimento ed intervento chirurgico sempre a carico dei detentori.
Queste strutture, anche se dotate di autorizzazione, non potranno comunque ospitare animali in convenzione con le amministrazioni comunali.
Inoltre,  l’assenza del nulla osta medico veterinario e la mancata registrazione nell’anagrafe degli animali d’affezione, comporta la segnalazione al sindaco per l’emissione della ordinanza di sgombero e, nel caso ricorrano condizioni di maltrattamento, la segnalazione alla Autorità Giudiziaria.

Si prospetta un periodo difficile quindi,  per il mondo sotterraneo e sfuggente del lucro sugli animali, con pagamenti travestiti da rimborsi spese e “volontarie” che, attraverso l’azione del veterinario Asp “distratto” (o compiacente?) si intestano decine di cani contemporaneamente, per poi trasferirne la proprietà a titolari di strutture al nord, oppure direttamente a staffettiste più o meno chiacchierate.
Il nuovo “modello A”, infatti, sarà obbligatorio non solo nel passaggio di proprietà di più di due cani contemporaneamente,  ma anche nel caso di ulteriori intestazioni da parte della stessa persona in periodi diversi.
C’è da chiedersi però se ci saranno sufficienti controlli e sanzioni, in modo da garantire l’applicazione del decreto. Ricordiamo per esempio che la legge sull’obbligo del microchip per il cane risale al 1991. Ma ad oggi i cani microchippati sono ancora pochi. E molti di meno i controlli e le sanzioni.
(Fonte:  http://www.tp24.it/2017/12/12/cronaca/animali-associazioni-vigore-sicilia-decreto-gucciardi-ecco-cosa-cambia/115758)



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