Macachi clonati: la sperimentazione e la ricerca di nuove terapie sono solo pretesti per legittimare esperimenti fuori controllo
Le prime scimmie clonate con la stessa tecnica della pecora Dolly (il
trasferimento nucleare da cellule somatiche): i due animali nati
all’Istituto di neuroscienze della Chinese Academy of Science, a
Shanghai. Secondo l’autore principale della ricerca Quiang Sun,
direttore della Nonhuman Primate Research Facility all’Istituto di
neuroscienze cinese lo scopo ultimo di un tale studio è avere una popolazione uniforme
(e geneticamente modificabile) di scimmie per la sperimentazione
scientifica, che permetta studi con risultati migliori e una stessa
sperimentazione più efficace (che quindi usi meno animali).
“Ci sono molte domande sulla biologia dei primati che possono
essere studiate con questo nuovo modello. Si possono produrre scimmie
clonate con lo stesso identico patrimonio genetico, ma senza i geni che
si sono voluti manipolare. Questo comporta un modello reale” ha dichiarato il ricercatore.
Sono notevoli gli interessi economici e
di carriera di questi scoop che fanno “guadagnare” punti, notorietà e
pubblicazioni a fronte di zero risultati nel debellare e trovare
soluzioni per le gravi patologie che da decenni la ricerca che si basa
sui modelli animali millanta di potere raggiungere.
E chi risponde in Italia a questi spropositi scientifici della mente
umana? Non viene offerto certo il microfono a qualche autorevole
scienziato conscio della inapplicabilità del modello animale al modello
umano. Purtroppo esperimenti di clonazione animale sono pane di tutti i
giorni in Italia e da anni, si pensi alla azienda → Avantea di Cremona che, fra gli altri, ha clonato suini e cavalli; oppure anche all’archivio topi mutanti → Emma
del CNR a Monterotondo solo per citare due esempi sul territorio. Ma
pensiamo anche agli organi di maiale transgenici di Avantea applicati ai
macachi del Corit e dell’Università di Padova, che li ha trasformati in
ibridi sofferenti e dalla breve vita.
Questi esperimenti parlano della smania di potere dell’uomo-scienziato, del volere aspirare al potere creativo di un Dio,
il che ricorda inevitabilmente, oltre ai tanti fatti, un convegno di
Luciano Fadiga, Professore Ordinario di Fisiologia Umana presso
l’Università degli Studi di Ferrara e Senior Researcher presso l’IIT,
Istituto Italiano di Tecnologia, che goliardicamente e in sconvolgente
sintonia con il subconscio, mostrò a paragone delle ricerche di cui si
sta occupando, le immagini del film Frankenstein nel momento della
creazione dell’ibrido umano fra lampi e fulmini elettrici!
Il prezzo di questo sporco gioco è pagato con la sofferenza e con la
vita dagli animali sottoposti a sperimentazione e dai malati e dalle
loro famiglie. LEAL invoca e si batte per una ricerca che investa fondi ed energie esclusivamente su metodi sostitutivi.
Seguite e sostenete LEAL Lega Antivivisezionista a perseguire l’abolizione della vivisezione!
(Fonte: leal.it)
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