L’animale è stato liberato e portato in un rifugio di Animals Asia dove vivono altri orsi della Luna usati per anni per la «produzione» di bile destinata al mercato asiatico. In Vietnam tutte le fattorie della bile entro il 2022 dovranno chiudere.
Dopo 14 anni Sky era ancora sola.
Sola, impaurita, grassa e ferita. Nella gabbia dove ha vissuto dal 2004
quando, ancora cucciola, era stata rinchiusa dopo essere stata
catturata e venduta al proprietario di una fattoria della bile. Perché
proprio a questo doveva servire la vita di Sky, produrre bile affinché
potessero succhiargliela via attraverso lunghe e sottili cannule
infilate direttamente nell’addome.
Dopo 14 anni di sofferenza, e dopo infinite estrazioni di bile, finalmente per Sky è arrivata la libertà. Animals Asia, l’associazione fondata vent’anni fa da Jill Robinson
che da anni combatte l’ancora troppo diffusa consuetudine orientale di
produrre presunti medicinali e prodotti di vario genere (dallo shampoo
per capelli alle creme e alle pasticche contro l’impotenza) utilizzando
la bile naturalmente prodotta da orsi in cattività, è riuscita a
portarla via dalla fattoria dove era rinchiusa. Anestetizzata mentre era
ancora in gabbia, caricata su un camion che l’ha trasportata per 260
chilometri, Sky è così arrivata qualche giorno fa in quella che, da oggi
in poi, sarà la sua nuova casa. Per sempre. E dove, finalmente,
imparerà a conoscere il calore del sole, la frescura dell’acqua durante
le torride estati vietnamite e, soprattutto, la morbidezza dell’erba
che, per Sky, è ancora sconosciuta.
Ora la sua nuova casa è il Vietnam Bear Rescue Center,
nel Vietnam del nord, provincia di Vinh Phuc. Meravigliose colline
verdi smeraldo circondano il santuario fondato dall’associazione
animalista, una riserva naturale che si estende per 11 ettari. Di questi
30 mila metri quadrati sono destinati alla vita degli orsi della luna e
del sole che vi sono custoditi fra mille cure e attenzioni. Una dieta
studiata per loro, un team di veterinari e tanti addetti alla loro cura,
a partire dalla pulizia dei loro ricoveri notturni. Non è uno zoo, non è
un bioparco. Ma una grande area protetta dove gli orsi liberati da una
vita di torture possono ritrovare la pace. Così l’ha voluto Jill
Robinson quando, nel 1996, ha cominciato a costruirlo. «Abbiamo salvato
oltre 600 orsi in Vietnam e in Cina in questi anni – spiega la Robinson –
oggi quasi 200 continuano a vivere nel Vietnam Bear Rescue Center,
mentre altri 192 si trovano nel nostro santuario in Cina».
Da un ventennio ormai Robinson dedica
la sua vita agli orsi. Da quando, casualmente, si imbatté in una
fattoria della bile cinese. Rimase sconvolta dalla vista di un orso
prigioniero in una gabbia talmente piccola da non poter neanche stare in
piedi. Giurò a se stessa, ha raccontato molte volte, che non lo avrebbe
abbandonato a quella vita di tortura ma non riuscì a salvarlo. Da
allora ha deciso di dedicarsi completamente a questa missione: ha
fondato Animals Asia, e ha cominciato a lottare per far in modo che la
pratica venisse abolita.
Anche grazie al suo lavoro
l’allevamento di bile dal 2005 è stato dichiarato illegale in Vietnam,
ma la mancanza di strutture per accogliere gli oltre 4000 orsi che
all’epoca si trovavano nelle fattorie ha fatto si che i proprietari
potessero continuare a mantenere la loro attività. Nel 2017 però, il
governo ha firmato un accordo storico con Animals Asia in base al quale
tutte le fattorie della bile entro il 2022 dovranno chiudere e i circa
800 orsi ancora prigioni inviati nei santuari.
Sky nel frattempo ha un mese e mezzo per
adattarsi alla sua nuova vita e prendere confidenza con il nuovo mondo
che la circonda. L’inattività l’ha resa obesa e le ha causato parecchi
problemi di salute. Ha molte cicatrici calcificate sulla pelle, parecchi
problemi ai denti a causa della dieta inappropriata a cui è stata
sottoposta per tutti questi anni. «All’arrivo al santuario – spiega Il
direttore di Animal Asia Vietnam, Tuan Bendixsen - Sky è stata portata
direttamente in quarantena dove trascorrerà i prossimi 45 giorni. Poi
verrà trasferita in una grande area interna per riprendere le forze e
farsi conoscere dagli altri orsi prima di avere la possibilità di
camminare ancora sull’erba ed esplorare per la prima volta un recinto
all’aperto come un orso adulto».
Il tempo ora non le manca. In
libertà gli orsi della luna possono raggiungere tranquillamente i 30
anni. Sky è ancora giovane e ha finalmente di fronte in futuro di
benessere. «Nessun animale merita di soffrire come ha sofferto Sky -
aggiunge Jill Robinson - e ci vorrà del tempo prima che lei sia
abbastanza forte da godersi appieno la sua nuova vita. Ma l’importante è
che ora sia al sicuro e che quell’orribile fattoria sia stata chiusa
per sempre ». Ad agosto altri cinque orsi della luna erano stati salvati
nella provincia meridionale di Tien Giang. A volte i salvataggi
impiegano giorni per essere portati a termine. A volte si attraversa
tutto il Vietnam, viaggiando giorno e notte, per trasportare gli orsi
nel minor tempo possibile e non farli soffrire durante il trasferimento.
Quando arrivano sono spaesati e impauriti. Osservano da lontano i loro
futuri compagni di giochi e restano in disparte, timorosi. Ma basta
guardarli dondolare sulle loro altalene di legno e corda, mentre
addentano mele gialle, o giocare ore e ore nell’acqua dei laghetti
artificiali di cui è disseminato il santuario, per percepire anche da
lontano il loro nuovo benessere. Riescono anche a fissarti negli occhi,
da lontano, quando si accorgono di essere osservati. E, tra le cicatrici
appena rimarginate e i denti che continuano a mancare, sembrano
sorridere.
(Fonte: www.corriere.it)
Commenti
Posta un commento