Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto a 2°C comporta delle differenze sostanziali per la vita sul nostro pianeta.
Il
cambiamento climatico in atto sta portando velocemente a grandi
sconvolgimenti a livello globale. Se vogliamo evitare conseguenze
catastrofiche per noi e per il pianeta, bisogna agire subito e in modo
mirato. Questo è quanto emerso dal nuovo rapporto sull’ambiente
pubblicato dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), l’8 ottobre 2018 in Corea del Sud. Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C richiede cambiamenti rapidi e senza precedenti in tutti gli aspetti dell’attività umana. L’IPCC è il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite.
Formato nel 1988, ha lo scopo di studiare il riscaldamento globale e di
fornire una visione chiara e scientificamente fondata dello stato dei
cambiamenti climatici e dei loro potenziali impatti ambientali e
socio-economici.
Alla luce dei nuovi dati, l’Accordo di Parigi del 2015 risulta superato:
anche se venisse rispettato alla lettera, non sarebbe comunque
sufficiente per mantenersi sotto gli 1,5 °C. Per farlo sono necessari
interventi molto più incisivi, che per ora non sembrano però essere nei
piani della maggior parte dei governi. Per rimanere entro questo limite,
le emissioni globali di CO2 dovrebbero diminuire del 45% (rispetto ai livelli del 2010), entro il 2030, per raggiungere lo zero nel 2050. Da allora ogni emissione rimanente dovrebbe essere bilanciata dalla rimozione di CO2 dall’atmosfera.
Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C richiede cambiamenti rapidi e
senza precedenti in tutti gli aspetti dell’attività umana.
Su questo tema si è espresso chiaramente Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore della Sanità: “I
cambiamenti climatici sono la vera minaccia globale di questo secolo e
attraversano tutta la condizione umana e ambientale. La qualità della
nostra vita, la nostra salute e la stessa nostra sopravvivenza sono
messe a serio rischio. Gestire queste trasformazioni, cambiare rotta è
diventata la vera emergenza e la vera sfida”. E ancora: “Abbiamo
solo due generazioni, meno di 20 anni, per salvare il pianeta dai
cambiamenti climatici e dagli effetti devastanti che questi avranno
sulla salute dell’uomo e dei territori. Fra qualche decennio
potrebbe già essere troppo tardi. Già oggi le morti in Europa legate ai
cambiamenti climatici sono migliaia l’anno, ma saranno milioni nel
prossimo futuro se non agiremo subito”.
L’Organizzazione mondiale della sanità
(OMS) parla di 7 milioni di morti legate ai cambiamenti climatici ed in
Italia ben il 12% dei ricoveri pediatrici in ospedale sono connessi
all’inquinamento.
A Roma, dal 3 al 5 dicembre 2018, si è tenuto il primo simposio internazionale su “Health and Climate Change”, da cui nascerà la prima carta internazionale su clima e salute,
contenente una serie di raccomandazioni per contrastare i rischi legati
ai cambiamenti climatici. All’evento hanno partecipato 500 ricercatori
provenienti da 30 paesi. È fondamentale che la comunità scientifica
condivida questa consapevolezza per far diventare il cambiamento una responsabilità e un impegno comune. I prossimi anni, infatti, saranno i più importanti della nostra storia.
(Fonte: www.salviamoilpianeta.it)
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