Nome
Ghiandaia (Garrulus glandarius)Descrizione
Corvide grande circa come un piccione, con corpo
bruno rossiccio e parti inferiori più chiare. Coda nera, contrastante
con il sopracoda bianco. Ali nere con evidente macchia bianca e
copritrici primarie con bandeggiatura nero-azzurra. Ha inoltre un
evidente mustacchio nero. La voce è forte e gracchiante.
Fenologia
In Italia è sedentaria, nidificante, migratrice parziale e svernante.Habitat
La distribuzione e abbondanza della specie è influenzata
positivamente dalla presenza di boschi in cui può trovare frutti e semi,
soprattutto ghiande che dissemina ovunque; nella
regione continentale una particolare importanza è rivestita dalla
disponibilità di boschi di querce caducifoglie mentre nella regione
mediterranea peninsulare assumono maggiore rilievo i boschi a prevalenza
di pini montani e oromediterranei. Nelle aree dove i disboscamenti hanno dato spazio alle coltivazioni intensive, invece, la Ghiandaia non trova un habitat adatto alla nidificazione.
Distribuzione
La Ghiandaia presenta un ampio areale che abbraccia
vaste porzioni del continente asiatico, il Nord Africa e gran parte
dell’Europa, dove risulta assente solo dalle maggiori latitudini e
altitudini, oltre il limite della vegetazione arborea. Nidifica
diffusamente in tutta Europa a eccezione delle regioni più
settentrionali.
In Italia ha una distribuzione molto ampia: nel
settore alpino nidifica dalle basse quote ai 1.800 m e nel resto del
territorio nazionale, comprese le grandi isole, è diffusa ovunque a
eccezione del Salento, prevalentemente nelle aree collinari e
alto-collinari dove è maggiore la copertura boschiva. La popolazione
italiana è stimata in 300.000-600.000 coppie.
Stato di conservazione
La specie risulta stabile in Europa e viene considerata con stato di conservazione sicuro.
È in buono stato di conservazione anche in Italia, ove la sua
presenza si sta contraendo in alcune zone agricole di pianura a elevata
antropizzazione ma sta anche manifestando tendenze all’inurbamento ed è
favorita dalla ricrescita del bosco in atto in aree collinari e
soprattutto montane per l’abbandono delle attività agro-pastorali.
di Fabio Casale, Fondazione Lombardia per l’Ambiente
Supervisione scientifica: Giuseppe Bogliani, Università degli Studi di Pavia
tratto da:
Casale F., 2015. Atlante degli Uccelli del Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Parco Lombardo della Valle del Ticino e Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Foto: Antonello Turri
FONTE: rivistanatura.com
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