L’effetto serra e il gran gelo sull’Europa

 

 

… cerchiamo di capirne il fenomeno.



E’ il secondo anno che accade un importante fenomeno meteo legato ai cambiamenti climatici, che ha interessato (lo sta ancora facendo) l’Europa centro orientale e parte della nostra penisola, in particolare il versante Adriatico. Nei “salotti da bar” la gente si chiede:” … che centra l’effetto serra con questo freddo gelido?“. Invece centra, e come! E’ chiaro che per gran parte delle persone i cambiamenti climatici sono fenomeni più identificabili con le ondate di calore e con la siccità, anziché con il freddo pungente.

A questo punto noi di Accademia Kronos cercheremo di dare una spiegazione: va subito chiarito che “la macchina” meteo-climatica terrestre è molto complessa, essa dipende da molti fattori sia esterni che interni al guscio di protezione atmosferica che avvolge il pianeta, come l’energia solare, fino al rilascio di calore da parte degli oceani e poi dal riscaldamento o raffreddamento della bassa, media ed alta atmosfera, ecc.

Ormai è un fatto acquisito quello dei gas serra che hanno la capacità di intrappolare i raggi solari altrimenti destinati a tornare nello spazio e quindi riscaldare tutta l’atmosfera terrestre.

Entriamo, dunque, nel merito della questione, avendo acquisito questi primi elementi .

Nell’illustrazione che segue possiamo notare la suddivisione dell’atmosfera terrestre in Troposfera e Stratosfera, oltre a ciò possiamo notare una specie “di corona” che ruota sopra il Polo Nord. Si tratta di correnti stabili circolatorie che ruotano intorno all’asse polare in senso antiorario nella parte più alta della Troposfera e che rappresentano il Vortice Polare.

Difficilmente questo movimento circolare si rompe, a meno che dalla Stratosfera si manifesti una forza dilatatoria verso lo strato inferiore dell’atmosfera. Ciò può interferire pesantemente col vortice polare fino a bloccarne la perenne rotazione e così deviare le sue correnti fredde a latitudini molto più basse, una parte verso l’America del Nord e un’altra verso l’Europa. Ed è questo che è successo giorni fa, La stratosfera, “grazie”, si fa per dire, al fenomeno dell’effetto serra, si è riscaldata in maniera anomala, fenomeno questo conosciuto come stratwarming, dilatandosi fino ad interferire con il vortice polare al punto da “fratturarlo” (split) in uno o due lobi secondari che sono così scesi fino da noi. Queste correnti passando per la Siberia si sono ulteriormente “caricate” di freddo intenso e così ci sono piombate addosso con tutte le conseguenze che conosciamo già dallo scorso anno, anche se questa volta in modo più attenuato.



Per fortuna il fenomeno, almeno fino a questo momento, non è drammatico come lo scorso anno, tuttavia ancora una volta ci ha trovati impreparati. Bastava adottare i provvedimenti che l’Unione Europea da diversi anni ha chiesto ai suoi stati membri, al fine di realizzare una seria politica di prevenzione e di adattamento ai cambiamenti climatici, visto che ormai la battaglia per la mitigazione climatica è “persa”.

Si parla pertanto di SNA, che significa strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (al momento in Italia si è adeguato come grande comune solo Ancona e pochi altri). Ma cosa vuol dire SNA? E’ la fase propedeutica al PNA, ossia al piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Si tratta di individuare i punti deboli di una città, criticità che in caso di fenomeni meteo estremi potrebbero mettere a rischio l’incolumità dei cittadini. Quindi dal controllo e messa in sicurezza degli argini dei fiumi, agli alberi non troppo stabili, alla capacità di risposta per il benessere dei cittadini da possibili ondate di calore, alla siccità, al rischio ghiaccio e neve abbondante, alla presenza massiccia di insetti che possono veicolare agenti patogeni, ecc. Tutto questo fa parte di una strategia che se ben applicata può mettere in sicurezza una città.

Eppure gran parte dei comuni italiani, a differenza di molte città europee, non conoscono le procedure per accedere ai Piani Nazionali di Adattamento ai Cambiamenti Climatici. Purtroppo i cambiamenti climatici sono una minaccia sempre più incombente, per cui fenomeni estremi non sono da considerare più eventi episodici, ma, purtroppo, rappresentano l’avanguardia di qualcosa che tra non molto potrebbe essere pura routine!

A questo punto la Commissione Scientifica di Accademia Kronos è a disposizione per tutte quelle amministrazioni pubbliche che, finalmente, vorrebbero attuare i Piani Nazionali di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.

(Fonte:  www.aknews.it )


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