Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa si schiera a favore di un aggiornamento della legge 189 del 2004 sul maltrattamento animale, parlando anche di “animali da produzione”.
“Oggi possiamo dire che gli animali appartengono alla nostra famiglia e vanno trattati come tali. Siano essi da compagnia o da produzione, bisogna smettere di considerarli come oggetti“: queste le parole del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa riguardo alla questione dei maltrattamenti sugli animali e della tutela dei loro diritti nel nostro paese.
L’idea del Ministro – già impegnato sul fronte della tutela ambientale con l’iniziativa che ha reso il Ministero dell’Ambiente “plastic free” – è quella che sia necessaria una revisione della legge 189 del 2004 sul maltrattamento animale, “sia dal punto di vista penale, aumentando le pene per consentire di fare indagini più approfondite, sia di procedura penale, perché l’animale non può, ad esempio, essere affidato nuovamente a chi lo ha maltrattato” ha affermato Costa durante la tavola rotonda “Animali maltrattati: la necessità della riforma della Legge 189” organizzata lo scorso 20 marzo a Roma da LAV insieme all’Università e Campus.
È grazie alla legge 189 del 2004, tra le altre cose, che nel 2012 si è resa possibile la chiusura dell’allevamento lager Green Hill e la condanna definitiva per i gestori della struttura. Nonostante questo, però, secondo LAV si tratta di una normativa da aggiornare al più presto: se 15 anni fa ha portato a una vera e propria rivoluzione nel panorama della tutela animale, oggi non è più sufficiente. “Sono state centinaia le sentenze di condanna ottenute, in questi anni, grazie alla Legge 189 – dichiara infatti Gianluca Felicetti, presidente LAV – Oggi, però, quella norma può e deve essere rafforzata perché quasi 10 mila reati all’anno a danno di animali sono un’emergenza e dunque occorre rendere la norma più efficace partendo dal suo adeguamento al Trattato Europeo di Lisbona, che impegna anche gli Stati membri al riconoscimento degli animali come esseri senzienti“.
Interessante che il Ministro Costa abbia parlato anche di animali “da produzione”, con ovvio riferimento agli animali chiusi negli allevamenti del nostro paese. Giusto, ma assolutamente non scontato: quando si parla di diritti animali, infatti, il più delle volte ci si riferisce a cani e gatti ma è molto raro – al di fuori delle associazioni animaliste che si occupano di questo nello specifico – che si pensi anche a maiali, polli e bovini, allevati per essere macellati molto spesso trascurando le più basilari norme igieniche, talvolta picchiati e uccisi brutalmente oppure lasciati morire nell’indifferenza generale.
“Condividiamo quanto detto dal Ministro Costa sulla necessità di inasprire le pene previste dalla L.189/2004 – dichiarano i portavoce dell’associazione animalista Essere Animali – È importante che abbia incluso anche gli animali cosiddetti “da reddito”, considerati di “serie B” rispetto alle specie da compagnia. Con le nostre investigazioni, realizzate anche con l’ausilio di infiltrati che hanno lavorato in allevamenti intensivi, abbiamo denunciato comportamenti terribili e, al momento, è difficile persino riuscire a mandare a processo chi si rende responsabile di questi atti, poiché spesso il maltrattamento viene derubricato a semplice “detenzione incompatibile”, punita come contravvenzione. Una riforma della legge è dunque assolutamente necessaria.”
(Fonte: vegolosi.it)
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