Il piccolo antechino australiano, noto per maratone d'accoppiamento che
lo portano alla morte, ora è seriamente minacciato dal clima.
Povero antechino. Se c'è un animale al mondo estremamente sfortunato, un po' anche per colpa nostra, è proprio l'Antechinus, marsupiale che vive tra l'Australia e la Tasmania e di cui esistono al mondo poco più di una dozzina di specie.
Dopo lo scatenato "sesso mortale", fatto curioso per cui l'antechino è noto alle cronache, questo esemplare di marsupiale non solo ha sofferto in maniera drammatica l'ondata di incendi in Australia ma, secondo una nuova ricerca, potrebbe presto scomparire del tutto a causa del riscaldamento globale.
La maggior parte delle specie di Antechinus, già di per sé, ha un ciclo di vita molto breve, tanto che si riproduce soltanto una volta nella sua esistenza. Il come si riproduce, stranezza del mondo animale, sembra quasi irreale.
L'antechino infatti è un animale che durante la stagione dell'accoppiamento (l'inverno australe), della durata di circa tre settimane, lo fa talmente tanto da morire. Per il maschio, il concetto di "dare tutto", è pienamente applicato. E' stato calcolato che in un giorno può accoppiarsi anche dodici volte e fino ad esaurire completamente le energie. Lo fa pur di assicurarsi il successo riproduttivo, che si riduce a poco più di una chance nell'arco di una vita.
Talmente tanto che nella stagione dell'accoppiamento può capitare che il maschio si consumi fino a morire. Questo avviene, è stato studiato, perché gli antechini si spingono fino a deprivare il loro corpo di proteine vitali, a liberare energia metabolica supplementare, in sostanza a scambiare la vita per generare altra vita.
Se in questo gesto è bello venderci una sorta di nobiltà, poca ce n'è invece nell'azione umana che ha contribuito a generare incendi o, con politiche costanti legate ai combustibili fossili ed inquinati, ad accelerare la crisi climatica in corso. Secondo una nuova ricerca infatti, oltre agli accoppiamenti e ai recenti roghi che hanno devastato 10 milioni di ettari in Australia, adesso a minacciare la sopravvivenza dell'antechino è proprio il riscaldamento globale.
Nello studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Physiology i biologi dell'Università del New England e alcuni colleghi norvegesi sostengono che il marsupiale non sia pronto ad affrontare un mondo con temperature più elevate. Esaminando una delle specie, l'Antechinus flavipes, i ricercatori hanno scoperto che il cosiddetto detto "piedi gialli" in future condizioni di temperature più elevate nelle prime fasi di vita potrebbe non essere in grado di adattarsi e sopravvivere all'inverno.
Questi animali, che nascono dopo la stagione dell'accoppiamento durante l'inverno australe, trascorrono infatti i loro primi mesi di esistenza in estate e autunno, periodi in cui la crisi climatica sta esasperando le temperature, un fattore che - hanno affermato di recente anche dal ministero dell'ambiente australiano - sarà purtroppo sempre "più frequente".
Con uno scenario del genere i maschi potrebbero dunque non sopravvivere fino all'inverno, periodo in cui dovrebbero dare vita insieme alle femmine a nuove generazioni.
Per affermare ciò gli scienziati hanno condotto esperimenti su una ventina di esemplari giovani allevati in cattività a temperature fredde o calde (tra i 16 e i 25 gradi centigradi), osservando i vari comportamenti, i valori della massa corporea e il livello di attività degli animali.
Sottoposti a test di aumento delle temperature (incremento di 4 gradi ogni due ore fino a 30 gradi) e poi decremento e viceversa, gli antechini giovani che erano stati inizialmente esposti al caldo hanno mostrato meno plasticità fenotipica dimoostrando, in sostanza, di avere meno capacità di adattamento alle condizioni ambientali.
Per gli esperti è dunque possibile che una specie le cui generazioni dipendono da un solo singolo evento riproduttivo, potrebbe non riuscire a resistere nel tempo alla crisi climatica, data la sua scarsa capacità di adattamento, e dunque estinguersi. Un dramma nel dramma per l'antechino che forse con un cambio di rotta globale in termini di emissioni, sesso a parte, potrebbe ancora salvarsi.
Povero antechino. Se c'è un animale al mondo estremamente sfortunato, un po' anche per colpa nostra, è proprio l'Antechinus, marsupiale che vive tra l'Australia e la Tasmania e di cui esistono al mondo poco più di una dozzina di specie.
Dopo lo scatenato "sesso mortale", fatto curioso per cui l'antechino è noto alle cronache, questo esemplare di marsupiale non solo ha sofferto in maniera drammatica l'ondata di incendi in Australia ma, secondo una nuova ricerca, potrebbe presto scomparire del tutto a causa del riscaldamento globale.
La maggior parte delle specie di Antechinus, già di per sé, ha un ciclo di vita molto breve, tanto che si riproduce soltanto una volta nella sua esistenza. Il come si riproduce, stranezza del mondo animale, sembra quasi irreale.
L'antechino infatti è un animale che durante la stagione dell'accoppiamento (l'inverno australe), della durata di circa tre settimane, lo fa talmente tanto da morire. Per il maschio, il concetto di "dare tutto", è pienamente applicato. E' stato calcolato che in un giorno può accoppiarsi anche dodici volte e fino ad esaurire completamente le energie. Lo fa pur di assicurarsi il successo riproduttivo, che si riduce a poco più di una chance nell'arco di una vita.
Talmente tanto che nella stagione dell'accoppiamento può capitare che il maschio si consumi fino a morire. Questo avviene, è stato studiato, perché gli antechini si spingono fino a deprivare il loro corpo di proteine vitali, a liberare energia metabolica supplementare, in sostanza a scambiare la vita per generare altra vita.
Se in questo gesto è bello venderci una sorta di nobiltà, poca ce n'è invece nell'azione umana che ha contribuito a generare incendi o, con politiche costanti legate ai combustibili fossili ed inquinati, ad accelerare la crisi climatica in corso. Secondo una nuova ricerca infatti, oltre agli accoppiamenti e ai recenti roghi che hanno devastato 10 milioni di ettari in Australia, adesso a minacciare la sopravvivenza dell'antechino è proprio il riscaldamento globale.
Nello studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Physiology i biologi dell'Università del New England e alcuni colleghi norvegesi sostengono che il marsupiale non sia pronto ad affrontare un mondo con temperature più elevate. Esaminando una delle specie, l'Antechinus flavipes, i ricercatori hanno scoperto che il cosiddetto detto "piedi gialli" in future condizioni di temperature più elevate nelle prime fasi di vita potrebbe non essere in grado di adattarsi e sopravvivere all'inverno.
Questi animali, che nascono dopo la stagione dell'accoppiamento durante l'inverno australe, trascorrono infatti i loro primi mesi di esistenza in estate e autunno, periodi in cui la crisi climatica sta esasperando le temperature, un fattore che - hanno affermato di recente anche dal ministero dell'ambiente australiano - sarà purtroppo sempre "più frequente".
Con uno scenario del genere i maschi potrebbero dunque non sopravvivere fino all'inverno, periodo in cui dovrebbero dare vita insieme alle femmine a nuove generazioni.
Per affermare ciò gli scienziati hanno condotto esperimenti su una ventina di esemplari giovani allevati in cattività a temperature fredde o calde (tra i 16 e i 25 gradi centigradi), osservando i vari comportamenti, i valori della massa corporea e il livello di attività degli animali.
Sottoposti a test di aumento delle temperature (incremento di 4 gradi ogni due ore fino a 30 gradi) e poi decremento e viceversa, gli antechini giovani che erano stati inizialmente esposti al caldo hanno mostrato meno plasticità fenotipica dimoostrando, in sostanza, di avere meno capacità di adattamento alle condizioni ambientali.
Per gli esperti è dunque possibile che una specie le cui generazioni dipendono da un solo singolo evento riproduttivo, potrebbe non riuscire a resistere nel tempo alla crisi climatica, data la sua scarsa capacità di adattamento, e dunque estinguersi. Un dramma nel dramma per l'antechino che forse con un cambio di rotta globale in termini di emissioni, sesso a parte, potrebbe ancora salvarsi.
(Fonte: repubblica.it)
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