Sono di nuovi liberi e saranno protetti in un santuario perché dopo
vent’anni di cattività era impensabile un reinserimento in natura. In
fila, uno dietro l’altro, in un’immagine che fa commuovere. Forse questi
elefanti non lo sanno, ma questa è l’ultima volta che saranno costretti
a fare qualcosa contro natura, ovvero essere taxi per turisti.
Con il coronavirus e il blocco degli spostamenti, i tour operator che
solitamente organizzano gite in sella agli elefanti, hanno finalmente
ceduto i pachidermi alla Save Elephant Foundation, che da anni si batte per la loro salvaguardia.
“Vecchi e giovani elefanti tornano a casa. Ci vorranno cinque giorni di viaggio. Il nostro team di SEF li sta seguendo per garantire cibo per elefanti e persone. Iniziano a tornare nella loro terra natale. Questo è forse l’inizio di un cambiamento significativo nella vita di molti elefanti che lavorano in cattività in Thailandia”, scrive la Fondazione sui propri social.
This is one of the other herd who is jobless and had to return home to MaeJeam because of COVID19 effects. This herd…
Pubblicato da Save Elephant Foundation – มูลนิธิอนุรักษ์ช้างและสิ่งแวดล้อม su Domenica 17 maggio 2020
La pandemia ha avuto un impatto notevole sul settore turistico. In Thailandia, gli imprenditori dicono che senza i tour non riescono a nutrire gli animali, in particolare ci sono più di 2mila elefanti
addestrati per essere dei taxi. Pungolati con uncini, frustrati,
picchiati, spesso emaciati e costretti a ‘lavorare’ sin da piccoli. Come
dimenticare il cucciolo stramazzato a terra dopo essere stato costretto
a fare il tour insieme alla mamma con una corda al collo? Delle loro
sofferenze ne abbiamo parlato tante volte, ma adesso con lo scoppio
della pandemia rischiavano anche di morire di fame. Adesso la Save
Elephant Foundation li ha presi in custodia e finalmente sta provvedendo
al loro trasferimento in un santuario che si trova nella città
tailandese di Chiang Mai. Finora, cento elefanti sono arrivati a casa.
Gli animali che per oltre 20 anni
hanno vissuto in prigionia, adesso sono liberi e felici. In totale
saranno 1476 i pachidermi che saranno salvati. Come racconta il
santuario, chi per anni li ha sfruttati, è rimasto sorpreso dal fatto
che avessero riconosciuto quei luoghi in cui erano nati. Noi non ci
sorprendiamo perché ogni animale vuole vivere dove è nato, immerso nella
natura e lontano dall’uomo. Buon viaggio a questi splendidi animali
sociale, per loro inizia una nuova vita.
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