Coronavirus, l’Ungheria vieta gli allevamenti di visoni e altri animali da pelliccia


Il Governo ungherese ha annunciato l'adozione, con urgenza, di una legge per vietare l'allevamento di visoni al fine di tutelare la salute pubblica a seguito delle evidenze scientifiche che vedono questi animali avere un ruolo attivo nella diffusione del coronavirus. Il provvedimento è finalizzato ad evitare il trasferimento di questi allevamenti da altri Paesi dove sono già stati vietati, o dove è avviato l'iter legislativo che li metterebbe al bando.

Ad essere vietati oltre agli allevamenti di visoni, anche quelli di altre specie animali sfruttate per la pelliccia come volpi, puzzole e nutrie. Si tratta di specie che attualmente non sono allevate in Ungheria ma che, di conseguenza, non potranno più mai esserlo. In Ungheria restano comunque ancora attivi allevamenti di cincillà e di conigli per la lana d'angora, anche se il Governo sembra intenzionato a porre fine anche a queste produzioni.

La Lav si appella a Speranza: «Anche all’Italia serve il divieto»

L'iniziativa del governo ungherese, commenta la Lav, «è lungimirante e l'unica realmente efficace ad evitare almeno la possibile ulteriore diffusione del coronavirus da allevamenti intensivi dei visoni. In Italia, purtroppo, il ministro della Salute si è limitato ad adottare un provvedimento di temporanea sospensione di questi allevamenti e peraltro in un periodo in cui non avvengono riproduzioni ed in cui nelle 8 strutture ancora attive sono presenti solo i riproduttori. È necessario che anche l'Italia arrivi a vietare definitivamente gli allevamenti di visone, nell'interesse degli animali e della salute pubblica».

(Fonte: https://www.ilsecoloxix.it)


Commenti

  1. Gli allevamenti di visoni non dovrebbero nemmeno esistere.

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