I cambiamenti climatici aumentano i rischi di malattie negli animali (e di conseguenza nell’uomo)




I cambiamenti climatici possono causare l’aumento del rischio di malattie infettive per molte specie di animali. E questo potrebbe aumentare le possibilità di uno spillover, il salto di specie, che trasferisce le patologie anche all’essere umano, come avvenuto nel caso dell’ultimo coronavirus. 

A sottolinearlo è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science e realizzato da studiosi dell’Università di Notre Dame, dell’Università della Florida e dell’Università del Wisconsin-Madison. Uno dei punti focali della ricerca, che ha preso in considerazione i risultati di 383 studi già realizzati e un dataset che combina 7.346 popolazioni di fauna selvatica e 2.021 combinazioni ospite/parassita è «disallineamento climatico», una condizione che perché permette lo sviluppo di patogeni normalmente poco resistenti alle temperature estreme o comunque diverse da quelle in cui abitualmente proliferano. 

«Così — spiega Jason Rohr, dell’Università di Notre Dame, citato dall’agenzia Agi — il rischio di contrarre malattie infettive tra specie che si sono adattate ai climi glaciali, come ad esempio gli orsi polari, aumenta con l’incremento della temperatura, mentre per le specie che vivono in ambienti più caldi il pericolo è legato all’abbassamento della stessa». In pratica, gli organismi più piccoli, come appunto gli agenti patogeni, sembrano in grado di sopportare intervalli di temperature più ampi e più facilmente rispetto agli esseri più complessi, che invece faticano ad adattarsi. La tendenza, secondo gli autori dello studio, sarebbe analoga sia nell’ambiente terrestre sia in quello acquatico.

(Fonte: https://www.corriere.it/animali)

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