Uso collare elettrico per cani: quando non è reato?

Per la Cassazione, non va punito il fatto di mettere il dispositivo al collo dell’animale: bisogna provare il suo utilizzo con un telecomando.

Tutto ciò che può far soffrire gratuitamente un animale è vietato. Ma non tutto ciò che potenzialmente può danneggiarlo è punito dalla legge. Questo è il concetto alla base della decisione con cui la Cassazione mette le mani avanti riguardo l’uso del collare elettrico per cani: quando non è reato? Quando non lo si utilizza.
La Suprema Corte distingue tra mettere al collo dell’animale uno di quei collari che, con degli impulsi elettrici, provocano dolore al cane e azionare il telecomando affinché il dispositivo dia la scossa. Nel primo caso, non è prevista una sanzione, nel secondo sì. Vediamo quando è reato l’uso del collare elettrico per cani e quando non lo è.
Collare elettrico per cani: a che serve?
C’è chi non si fa tanti problemi per addestrare un animale: quello che non è in grado di imparare con le buone, lo ricorderà con le meno buone. È il caso di chi usa indiscriminatamente il collare elettrico per cani. Si tratta di un dispositivo, utilizzato spesso dai cacciatori, che dà delle scosse di varia intensità e durata all’animale attraverso delle sonde in metallo telecomandate che premono sulla cute.
In pratica, il padrone ha un telecomando con cui decide quando e per quanto tempo inviare la scossa al cane, affinché memorizzi quello che deve e quello che non deve fare. La scossa, infatti, scatta nel momento in cui l’animale fa qualcosa di sbagliato. Un po’ come la sculacciata ai bambini quando fanno i capricci o rompono il vaso in ceramica della zia, solo che in modo più crudele: il cane ricorderà che se ripeterà quel comportamento gli arriverà una scossa elettrica. Più sarà grave lo sbaglio, più il padrone lo farà soffrire.

Collare elettrico: l’uso è legale?
Qui si entra in un delicato terreno. Di per sé, il collare elettrico per cani non è illegale. Quello che, invece, è illecito è procurare sofferenza all’animale. Quindi, non è il possesso ma l’uso del collare che provoca le scosse il comportamento penalmente sanzionabile.
Secondo la Cassazione [1] l’utilizzo di questo strumento di addestramento fa scattare il reato di abbandono di animali, poiché con il collare elettrico si costringe il cane a trovarsi in una condizione incompatibile con la sua natura e a subire delle gravi sofferenze. Per questo reato si rischia l’arresto fino a un anno o l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro [2].
Si può pensare che l’uso del collare elettrico sui cani comporti anche il reato di maltrattamento di animali [3] che viene contestato a chi per crudeltà o senza necessità, provoca una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche. La pena prevista è la reclusione da tre a 18 mesi o la multa da 5.000 a 30.000 euro.
Tuttavia, la Cassazione – pur ritenendo che l’addestramento che provoca dolore all’animale sia reato – non considera l’uso del collare elettrico maltrattamento di animali, poiché non si tratta di una vera e propria sevizia e – sostiene la Suprema Corte – non provoca una reale lesione [4].
Collare elettrico: quando non è reato?
Come abbiamo detto, la Cassazione ha sancito che l’uso del collare elettrico è illecito quando sprigiona delle scosse o altri impulsi in grado di provocare dolore al cane. Ora, per far scattare la scossa, ci vuole che qualcuno azioni il telecomando; altrimenti, il collare sarà completamente innocuo.
A questo proposito, un’altra recente sentenza della Corte Suprema ha stabilito che il padrone di un animale non può essere sanzionato se gli agenti che effettuano il controllo non gli trovano addosso il telecomando. In questa circostanza, infatti, non c’è la possibilità di provare che il cane stia subendo un danno o una sofferenza. Per dirla in breve: senza telecomando, niente scossa. E senza scossa, niente dolore. Quindi, senza telecomando, niente reato.
Gli Ermellini si sono pronunciati sul caso di un cacciatore già condannato a pagare una sanzione di 2.000 euro perché ritenuto colpevole di avere inviato delle scosse al suo cane tramite il collare elettrico indossato dall’animale. Il problema (non certo per lui) è che la difesa è riuscita a dimostrare che del telecomando per attivare le scosse non c’era alcuna traccia.
A questo punto, la Cassazione ha ricordato che il comportamento vietato non è quello di mettere al collo di un cane un collare elettrico ma farlo funzionare nella misura in cui possa provocare una sofferenza all’animale. Diversamente, conclude la sentenza, il padrone non può essere sanzionato.

[1] Cass. sent. n.  38034/13 del 17.09.2013.

[2] Art. 727 cod. pen.

[3] Art. 544-ter cod. pen.

[4] Cass. sent. n. 21932/2016.

[5] Cass. sent. 10758/2021 del 19.03.2021.


(Fonte: www.laleggepertutti.it)

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