Giorgio Povelato, un pensionato di Mogliano Veneto, è accusato
di maltrattamenti su animali. Nel giardino dei vicini è stato trovato
del lumachicida che l'anziano usava sulla siepe di gelsomini. La
veterinaria che ha curato l'animale: «Fatto doloso»
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Aveva messo un lumachicida a protezione della bella siepe di gelsomini che aveva in giardino e che separava la sua proprietà dai vicini. Ma, dice lui, con il vento un po' di quel veleno avrebbe superato il confine avvelenando uno dei cani di razza Husky dei confinanti. Il cane, un maschio, si è salvato grazie all'intervento tempestivo di un centro veterinario, che ha fatto all'animale una lavanda gastrica. Ma la veterinaria che ha salvato l'Husky è sicura: «Quell'avvelenamento - dice - non può che essere stato doloso». E' così che Giorgio Povelato, un pensionato di 73 anni residente a Mogliano Veneto, si è ritrovato accusato di maltrattamento ad animali. L'uomo è stato raggiunto dai un decreto penale di condanna a 15 mila euro e per quanto sia incensurato non gli è stata la concessa la condizionale, il che lo ha costretto a rivolgersi a un legale (l'avvocato Giancarlo Zanin) per fare opposizione.
La vicenda risale all'aprile del 2017. Povelato, come ogni anno, stava provvedendo alla manutenzione delle piante che ha nel giardino della sua casa in via Palma il Vecchio a Zerman. Fra i lavori vi è anche quello di mettere il veleno per lumache che, salendo lungo il muretto di confine, si abbuffano con le foglie dei suoi gelsomini. Ma qualche giorno dopo la deposizione delle esche il cane dei vicini si sente male. Portato in un centro veterinario di Paese d'urgenza gli viene praticata una lavanda gastrica, unica strada per salvarlo. Le indagini, condotte dalla Polizia Municipale, portano al ritrovamento di una manciata di veleno nel giardino in cui era ospitato l'animale. «Senza dubbio - dice la relazione della veterinaria che si è occupata del caso - non si tratta di un fatto accidentale ma di un avvelenamento doloso».
Oggi, lunedì 12 aprile, si è svolta la prima udienza filtro del processo. «Io non faccio quelle cose - ha detto Povelato - amo gli animali e molto spesso tengo il cane di grossa taglia di mia figlia». Ma intanto il pensionato 73enne rischia una condanna che va da tre a diciotto mesi di reclusione
Fonte : https://www.trevisotoday.it
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