Accolti a Perugia gli 82 cani salvati dalla guerra in Ucraina




Una catena di solidarietà per salvare dalla guerra 82 cani che erano ospitati nel canile della città martoriata di Zaporizhia, in Ucraina. Adesso tutti gli esemplari - Labrador, Golden, Golden retriever, Corgi e Mastff - sono ospiti del rifugio Agrilia di Ponte Pattoli, a Perugia. Stanno tutti insieme, da ormai un paio di settimane, e con loro anche le sorelle Tatyana e Lyuba che gestivano la struttura da cui provengono. 
Lia Campriani - fondatrice del rifugio che dal 2007 ospita cani provenienti da situazioni di disagio o abbandonati - racconta che i cani sono arrivati dopo un viaggio in furgone di 1.400 chilometri grazie alla solidarietà di tante persone. “Siamo stati contattati, tramite un conoscente, dall’associazione Amici del Golden retriever e da lì è iniziata la nostra avventura. Adesso gli 82 cani convivono tranquillamente con gli altri 140 che già si trovavano nel rifugio”.

Lia Campriani per ottenere il permesso di ospitare gli animali provenienti dall’Ucraina, ha dovuto avere il via libera dal ministero della Salute e dalla Asl Umbria 1. “Per adesso abbiamo risorse a sufficienza grazie alle tante offerte che sono arrivate da tutta Italia”, racconta. I cani sono arrivati a Perugia in due momenti diversi. Il trasferimento da Zaporizhia, infatti, era stato organizzato dalle due sorelle per tutti gli animali ma, arrivate alla frontiera con la Slovacchia, presso la cittadina di Uzhorod, la carovana è stata bloccata perché ventidue esemplari, appartenenti a razze di grande stazza, non riuscivano a entrare nel furgone che avrebbe dovuto trasportarli. Le due sorelle, avevano dunque deciso di separarsi per non abbandonarne nessuno: Tatyana aveva proseguito per l’Italia, mentre Lyuba l’ha raggiunta in un secondo momento.

“I cani di grossa taglia pesano tra i quaranta e gli ottanta chili - racconta Lia Campriani - per questo in un primo momento ci eravamo un po’ preoccupati di non farcela. Invece c’è stata una vera e propria mobilitazione che ci permette di stare tranquilli con le crocchette per almeno un paio di mesi. Certo, è importante che l’attenzione non venga meno”. Anche le sorelle Tatyana e Lyuba sono alloggiate nel rifugio: “Non abbiamo voluto separarle dai loro cani - spiega Lia Campriani - dopo quello che hanno visto in Ucraina sono riuscite a ritrovare un po’ di serenità anche se parlano soltanto russo e la comunicazione a volte è un po’ complicata”. 

Chiunque volesse contribuire alla causa può farlo contattando il rifugio attraverso la pagina facebook. Ma Lia Campriani ci tiene a sottolineare che non chiede soldi ma soltanto crocchette. E quanto può servire per garantire un posto caldo e accogliente a 82 cani scampati alla guerra.

(Fonte: corrieredellumbria.corr.it)
 

 

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