La riforma dell'anagrafe canina in Campania, disastro annunciato per chi vuole salvare i cani

 La riforma dell'anagrafe canina in Campania, disastro annunciato per chi vuole salvare i cani

Omissione di atti di ufficio. È il reato di cui rischiano di ritrovarsi accusati da associazione e volontari - riconosciuti e non, sempre di cittadini, in ogni caso, si tratta - medici e funzionari delle Asl veterinarie della Campania, in queste ora convulse dopo l'entrata in vigore del controversa modifica alla normativa della legge regionale n. 3 del 2019 in materia di Anagrafe canina. Nata per combattere i trafficanti di cuccioli e gli allevamenti abusivi, ha finito per diventare un boomerang che colpirà alla fronte non solo i cani (in primis), e i volontari che vogliono salvarli, ma anche i canili convenzionati (e quindi i Comuni dalle casse sempre semivuote) e le stesse Asl veterinarie che saranno sommersi di cani e di lavoro. Qualcuno una settimana fa, prima che il provvedimento entrasse in vigore, ha parlato di un "rodaggio" difficoltoso. Ma ora si stanno vedendo all'atto pratico le inapplicabilità di questa normativa prodotta dalla Regione Campania, che invece di buttar via l'acqua sporca, rischia di disfarsi anche del bambino.

Le accuse di omissione di atti di ufficio sono in agguato insieme con i ricorsi alla Corte dei Conti per gli enti pubblici che dovranno spendere molto più di quanto era previsto. Una bella controprova all'inutilità o alla sovrabbondanza del volontariato, che ha tolto al "pubblico", negli anni, tante, tantissime castagne dal fuoco. E l'omissione è relativa all'affido dei cuccioli che può chiedere ogni persona, ora limitato a volontari accreditati al Comune, alla Regione o alla Asl, come appartenenti ad associazioni riconosciute o semplicemente scelti dagli enti pubblici. L'omissione si configura rispetto a un atto dovuto che deve essere compiuto senza ritardo, ossia con tempestività, in modo da conseguire gli effetti che gli sono propri in relazione al bene oggetto di tutela. E il bene oggetto di tutela è vivo, non può aspettare i tempi interminabili della burocrazia.

Il provvedimento è esecutivo dal 15 gennaio, ma ci sono volontari che hanno avuto appuntamenti tra una, due settimane negli uffici del Comune di Napoli. Intanto le Asl premono: i loro esigui canili sanitari non possono contenere tanti randagi. Che sono anche aumentati, perché, prevedendo ora l'anagrafe canina una sanzione di 300 euro per chi non ha microchippato il cane, per tanta gente ignorante è più facile ed opportuno liberarsi per strada del cane-giocattolo che pagare una salata multa. C'era perciò una volta il volontario - ufficialmente chiamato stupido e fuorilegge dagli enti pubblici e dalle Asl, ma dalla porta del retro chiamato a gran voce per farsi affidare i cani che "pesavano": ci sono Asl che non hanno neppure i soldi per pagare il cibo per i cani ricoverati (un dubbio: ma perché questi fondi non li chiedono alla Regione, che glieli deve? Tutti primi della classe?). Adesso c'è da una parte lo stesso volontario di prima, che si sta mangiando le mani senza nulla poter fare, e dall'altra i veterinari delle Asl che sono sommersi dai cani.

Il capo dei servizi veterinari della Regione, Paolo Sarnelli, ha convocato per oggi tutte le Asl e una riunione a cui parteciperà il personale addetto al completo, "per chiarire dubbi e uniformare i comportamenti". Intanto i cani restano per strada perché qualche volontario sta già voltandosi dall'altra parte nel dubbio di trovarsi nei guai se si comporta come prima; o vengono buttati per strada dai proprietari irresponsabili, come abbiamo già detto; o restano nei canili a implorare dietro le reti delle gabbie.

È il caso della cucciolata che Rosa Buonocore, presidente di "Io cane di strada Odv", iscritta al Registro del volontariato nazionale (Runts), quindi più che regolare, sta cercando spasmodicamente di far uscire dal canile di Montoro (Avellino), come fa sempre. Un canile tra i pochi a collaborare con i volontari, onesto e leale, e che non nasconde i cani per farsi pagare le rette dai Comuni anche oltre il loro tempo di vita (è accaduto). "Ho chiesto l'affido temporaneo dopo aver inviato il mio statuto e elenco volontari tramite Pec - spiega Buonocore - Sono in attesa dal 15 gennaio. Ma la Asl di Monteforte Irpino, che finora ha sempre avuto con noi una piena collaborazione e comprensione, forse per timore di sbagliare e incorrere in sanzioni, non agisce, resta ferma. Non riesco a dar loro torto. E dire che finora ci chiamavano e dicevano: prendete questi cuccioli, così evitiamo che passino dal canile e si infettino di qualche malattia". Non è più così, e a pagare sono sempre gli animali. Della cucciolata, un primo cagnolino è già morto oggi. E gli altri di che cosa si saranno ammalati? Le spese su chi graveranno? Sulle casse pubbliche, naturalmente, e quanti altri cani moriranno? Si sa bene che i cuccioli sono fragili e in canile tutti i cani regrediscono psicologicamente, per loro è una cosa dura da sopportare, come cambiamento. Si ammalano e spesso muoiono. "Non possono tenere i cani in ostaggio - dicono altre volontarie - andremo alla Corte dei Conti".

E nel frattempo è nata in tutta la Regione una chat "Manifestazione legge regionale" che acquisisce 50 nuovi membri all'ora. Nel pomeriggio di oggi è a quota 800. Organizzano una manifestazione massiccia davanti alla Regione a Palazzo Santa Lucia e al Centro Direzionale, sede del Consiglio regionale di Napoli. Altri volontari raccontano storie tristi: "Mi hanno detto - ti diamo in affido i cani, ma non li puoi far adottare, perché devono essere sterilizzati". E qui un'altro scoglio: se i cuccioli hanno due o tre mesi, non possono essere sterilizzati. È chiaro che il provvedimento prevede una prenotazione dell'intervento, con l'impegno dell'affidatario,  che va eseguito presso la Asl gratuitamente a tempo debito, non quando l'animale è appena nato.

"Un veterinario privato - racconta un'altra volontaria che fino a ieri non aveva problemi e ha affidato centinaia di animali sgravando lo Stato da oneri insostenibili - ha preso 300 euro di multa perché è arrivato un signore con un cane di razza di cui conosceva le origini e il medico ha inserito tutti i dati col chip della mamma. Ma è scattato ugualmente l'alert previsto per i cani senza "albero genealogico", perché andava intestato prima al proprietario della madre e poi si deve fare il passaggio di proprietà". Provvedimenti complessi, che avevano bisogno quantomeno di un test di prova. Centinaia di casi particolari, come sempre avviene con gli animali, procedure che si intersecano e applicazioni "letterali" che avrebbero bisogno di una interpretazione differente e non di "giustizia" sommaria.

(Fonte: lastampa.it)

 

 

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