Gli italiani dalla parte del benessere animale. L'inchiesta di Altroconsumo

 

primo piano testa di pecora 

 

I consumatori italiani sono favorevoli agli allevamenti dove viene assicurato il benessere degli animali. Chiedono anche un’informazione chiara in etichetta che consenta al consumatore di scegliere carne e prodotti derivati da allevamenti che rispettano la vita degli animali. È quanto emerge dalla nostra inchiesta.  


Altroconsumo ha partecipato a un’indagine organizzata dal Beuc, organismo che raccoglie le principali organizzazioni dei consumatori europee, e svolta in 8 Paesi europei, tra cui l’Italia, per sapere cosa pensano i consumatori del benessere animale. Per la maggioranza degli intervistati italiani (91%) è importante il modo in cui gli animali vengono allevati e in molti chiedono leggi più stringenti e informazioni affidabili che consentano di scegliere tra prodotti quelli che rispettano il benessere animale. Dall’indagine è emerso che solo il 9% pensa che sia un aspetto poco rilevante. E il 52% degli intervistati ritiene che nei negozi si trovino pochi prodotti che rispettano il benessere animale.

I consumatori chiedono nuove norme a tutela del consumatore e degli animali

La quasi totalità degli intervistati (96%) considera importante introdurre nuove norme che garantiscano il benessere degli animali da allevamento. Numerosi sono i fattori che possono influire sul benessere degli animali: ad esempio il tipo di stabulazione e le zone di riposo, lo spazio a disposizione e la densità dei capi, le condizioni di trasporto, i metodi di stordimento e di macellazione, la castrazione dei maschi e il taglio della coda. L’81% degli intervistati sostiene che l’Unione europea dovrebbe fornire fondi agli allevatori per aiutarli a intraprendere questa trasformazione.

Solo il 23% si fida degli slogan sul benessere animale

In Italia, nei supermercati o nei negozi specializzati si trovano confezioni di carne e prodotti derivati che riportano diciture come "benessere animale" o "100% al pascolo": si tratta di slogan volontari dei singoli produttori. Altroconsumo ha indagato sul grado di fiducia degli intervistati su queste etichette: solo il 23% le ritiene affidabili. In caso di scoperta di informazioni false, il 50% ha dichiarato che non acquisterebbe più quel marchio, mentre il 30% perderebbe fiducia in quel tipo di messaggio.

Il governo ha approvato un’etichetta ma non indica il tipo di allevamento

I consumatori chiedono maggiori informazioni sul benessere animale, infatti la stragrande maggioranza degli intervistati (88%) vorrebbe un’etichetta come quella in vigore per le uova su tutti i prodotti di origine animale. Infatti, quando si tratta di scegliere quali uova acquistare, il 67% degli intervistati prende in considerazione proprio le etichette che indicano il metodo di produzione. Un’etichetta nazionale è in dirittura di arrivo, già stata inserita nel piano nazionale per le politiche agricole, ma rischia di non consentire al consumatore di fare una scelta consapevole.

Quali sono i punti deboli dell’etichetta “benessere animale”?

Secondo Chiara Caprio responsabile relazioni istituzionali di Essere animali, organizzazione no-profit che si occupa della tutela degli animali allevati, l’etichetta approvata dal governo con la scritta “Benessere animale” «è molto generica e non specifica i livelli diversi di qualità e metodo di allevamento, quindi non consente al consumatore di essere informato in modo adeguato e quindi di scegliere. I produttori potrebbero scriverlo anche per animali allevati in gabbia perché non sono costretti a indicare il tipo di allevamento. Invece per le uova questo tipo di informazione c’è e specifica come sono allevate le galline».

Se stanno bene gli animali, gli esseri umani ci guadagnano in salute

Più di 4 persone su 5 sono convinte che un migliore benessere animale si rifletta in alimenti più sicuri. Il benessere degli animali è legato a doppio filo alla salute dei consumatori. Come spiega l’Efsal'Autorità europea per la sicurezza alimentare, «Fonti di stress e condizioni di scarso benessere possono avere come conseguenza negli animali una maggiore predisposizione alle malattie trasmissibili. Ciò può rappresentare un rischio per i consumatori».

Siete disposti a pagare di più la carne per il benessere animale?

Il 24% degli italiani intervistati ha detto di no. Non è disposto a pagare di più per alimenti prodotti con standard di benessere animale più elevati. Il 38% sarebbe disposto a pagare solo il 5% in più, il 25% fino al 10% e solo il 13% oltre il 10% in più. Nel caso in cui il prezzo della carne aumentasse (per qualsiasi motivo), il 30% afferma che per risparmiare mangerebbe sicuramente più legumi o sostituti vegetariani, il 24% acquisterebbe tipi di carni più economiche, mentre il 23 ridurrebbe il consumo di carne.

Ridurre il consumo di carne e puntare sulla qualità

La nostra inchiesta ha rilevato che la maggior parte degli intervistati (69%) mangia la carne meno di 5 volte a settimana. Tuttavia il consumo di carne rimane elevato in tutta Europa e superiore alle quantità raccomandate dalle linee guida per una sana alimentazione del Crea, consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria. Gli elevati livelli di produzione e consumo di carne e latticini hanno evidenti implicazioni per il benessere degli animali d’allevamento, ma anche i costi per l’ambiente, il clima e la salute umana sono significativi. Mentre vi è un crescente consenso sulla necessità di ridurre i nostri attuali livelli di consumo e di mangiare “meno” carne, allo stesso tempo esiste una forte domanda da parte dei consumatori di carne “migliore”, prodotta secondo standard di benessere più elevati.

Indagine svolta a novembre 2023 in otto stati membri UE (Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia e Ungheria). In ciascun paese sono stati coinvolti circa 1.000 cittadini distribuiti come la popolazione generale per età (18-74 anni), sesso, livello d’istruzione e area geografica. Il campione italiano è composto da 1.015 intervistati.

(Fonte: altroconsumo.it) 

 

 

Commenti