Secondo la ricerca il traffico di animali selvatici non è stato sostanzialmente ridotto negli ultimi due decenni
Un recente rapporto delle Nazioni Unite ha lanciato l’allarme sulla fauna selvatica, presa di mira dai trafficanti. A rischio sarebbero più di 4mila specie animali in tutto il mondo. Nel “World wildlife crime report 2024” viene sottolineato che “nonostante i segnali positivi nella riduzione degli impatti del traffico per alcune specie iconiche come elefanti e rinoceronti, il traffico di animali selvatici nel complesso non è stato sostanzialmente ridotto negli ultimi due decenni”.
I sequestri
I ricercatori hanno esaminato più di 140mila sequestri di fauna selvatica avvenuti tra il 2015 e il 2021, che indicano un commercio illegale in 162 Paesi e che colpisce circa 4mila specie vegetali e animali. Tra le specie più colpite ci sono rettili, pesci, uccelli e mammiferi. I crimini contro la fauna selvatica sembrano essere stati un fattore trainante nelle estinzioni locali e globali. Il rapporto ha poi sottolineato un aspetto importante: “L’assenza di sequestri di una particolare merce o in un determinato luogo potrebbe riflettere la mancanza di applicazione delle norme, piuttosto che la prova che il commercio illegale non abbia avuto luogo”.
Il traffico di fauna selvatica
Nello stesso periodo di tempo sono state sequestrate circa 16mila tonnellate di merci. “I livelli effettivi di traffico di fauna selvatica sono ovviamente di gran lunga superiori ai sequestri registrati”, hanno spiegato i ricercatori nel rapporto. “I crimini contro la fauna selvatica infliggono danni incalcolabili alla natura e mettono anche a repentaglio i mezzi di sussistenza, la salute pubblica e la capacità del nostro pianeta di combattere il cambiamento climatico“, ha dichiarato Ghada Waly, direttore esecutivo dell’UNODC.
Il traffico di animali provoca l’estinzione
È assodato che il traffico illegale di fauna selvatica provoca l’estinzione. Ricerche precedenti hanno, infatti, scoperto che alcune popolazioni di scimmie ragno e tapiro di Baird sono diminuite del 99,9% a causa del commercio illegale di fauna selvatica. I ricercatori hanno, quindi, avvertito che le sparizioni locali potrebbero portare a estinzioni globali.
Criminalità organizzata e corruzione
Il rapporto delle Nazioni Unite ha messo in evidenza che la gran parte dei crimini contro la fauna selvatica sono legati a grandi gruppi della criminalità organizzata. La corruzione gioca un ruolo fondamentale nel minare gli sforzi per fermare il traffico di fauna selvatica, dalle tangenti pagate agli ispettori, ai funzionari governativi che consentono permessi falsi. Alcune stime suggeriscono che il commercio illegale di fauna selvatica potrebbe valere fino a 23 miliardi di dollari all’anno, con oltre 100 milioni di piante e animali trafficati ogni anno. Uno studio pubblicato nel 2019 ha rilevato che il 24% dei vertebrati terrestri conosciuti al mondo sono stati inclusi nel commercio di fauna selvatica.
Traffico di animali diminuito nel 2020/2021
Nel “World wildlife crime report 2024” si spiega poi che il numero di sequestri è aumentato negli ultimi due decenni, ma è diminuito nel 2020 e nel 2021. Questo potrebbe essere dovuto a una serie di fattori, tra cui la pandemia di Covid-19, una minore applicazione delle norme, un’effettiva riduzione del traffico. O ancora un cambiamento nel modo in cui il commercio illegale stava avvenendo (come il passaggio alle piattaforme digitali) che ne hanno reso più difficile l’individuazione.
(fonte: donnamoderna.com)
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