Sei indagati in un’inchiesta che riguarda l’allevamento
Fileni di
Monte Roberto, in località
Passo Imperatore,
nell’area della provincia di Ancona nota ormai come la ‘Valle dei polli’. Si tratta dello stesso finito al centro di un’indagine di
Report, su Rai3, firmata dalla giornalista
Giulia Innocenzi, ma questa volta sotto i riflettori non sono finite le modalità di
allevamento dei polli. La Procura di Ancona ha notificato un
avviso di chiusura delle indagini preliminari a sei persone, tra cui l’imprenditore
Giovanni Fileni, a capo della società
Ponte Pio e cinque funzionari pubblici, contestando – a vario titolo – l’abuso edilizio e il
concorso in abuso d’ufficio per la realizzazione dello stabilimento, avvenuta nel 2019. Al momento della richiesta delle
autorizzazioni, infatti, il capannone avrebbe superato le dimensioni previste per un’area definita fascia di
continuità naturalistica. Eppure le autorizzazioni a costruire sono state rilasciate dagli enti preposti, ossia
Comune,
Provincia e
Regione.
L’indagine è stata condotta dai carabinieri forestali, dopo alcuni
esposti. Nel frattempo, la zona fascia di continuità naturalistica è
stata modificata.
Sei indagati per l’allevamento Fileni di Monte Roberto – Ora, cinque anni dopo la realizzazione, la Procura di Ancona contesta quegli atti amministrativi. Tra gli indagati, Giovanni Fileni, in qualità di legale rappresentante della società Ponte Pio, Roberto Ciccioli,
dirigente del Dipartimento infrastrutture della Regione Marche per il
settore valutazioni e autorizzazioni ambientali, i funzionari regionali Giuseppe Mariani e Fabio Corradetti, che erano responsabili del procedimento, Enrico Barcaglioni, responsabile dell’ufficio Urbanistica e Ambiente del Comune di Monte Roberto e Marta Mazza dirigente della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggi delle Marche. Secondo il pubblico ministero Ruggiero Dicuonzo, i funzionari pubblici avrebbero adottato atti amministrativi illegittimi perché la cubatura superava quella consentita per legge, con un presunto ingiusto profitto patrimoniale per la società Ponte Pio del Gruppo Fileni. Contestati, nel dettaglio, il permesso a costruire rilasciato dal Comune, l’autorizzazione paesaggistica, i provvedimenti autorizzatori unici regionali e i pareri della sovrintendenza. Ilfattoquotidiano.it ha raccontato la storia di Andrea Tesei, che ha condotto una lunga battaglia contro lo stabilimento, contestando anche il provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) ottenuto a febbraio 2020, presentando le sue motivazioni in dieci punti.
Da allevamento industriale a industria nociva – Questi atti hanno consentito alla società, tra il 2019 e il 2023, di realizzare interventi edili “comportanti una volumetria superiore a quella consentita dall’indice fondiario, così da determinare il mutamento di destinazione
dello stabilimento avicolo da allevamento industriale ad industria
nociva”. Secondo la difesa di Fileni l’inchiesta riguarda una vicenda
già regolarizzata, dal punto di vista della giustizia amministrativa. Di fatto, le strutture dell’allevamento di Monte Roberto
sono tuttora aperte e in funzione. Ma l’indagine della Procura ha
approfondito quanto avvenuto prima e durante i rilasci dei permessi e
delle autorizzazione. Da qui il risvolto penale. Nel
frattempo, la fascia di continuità naturalistica al centro della vicenda
è stata modificata. Vale la pena sottolineare che, proprio un anno fa,
veniva presentato il ricorso al Tar contro la variante approvata dalla Giunta Comunale del Comune di Monte Roberto. Il ricorso, firmato da sei persone aderenti al Comitato per la Vallesina,
contestava la variante al piano regolatore generale che escludeva la
Fascia di continuità naturalistica “ritagliando una superficie che
coincide esattamente – spiegavano i ricorrenti – con l’insediamento avicolo di proprietà della Società Ponte Pio del Gruppo Fileni”.
(Fonte: ilfattoquotidiano.it)
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