Grande soddisfazione per l’esito del super blitz coordinato dall’INTERPOL e dall’Organizzazione mondiale delle dogane (OMD) per fermare il traffico illecito di fauna e flora selvatica. Si tratta di specie protette o addirittura in via d’estinzione. Arrestati 365 sospettati e identificate 6 reti criminali transnazionali
L’INTERPOL è scesa in campo a tutela della flora e della fauna
selvatica. E lo ha fatto con l’operazione Thunder 2024, realizzata
congiuntamente con l’Organizzazione mondiale delle dogane (OMD).
Nei
giorni scorsi sono stati diffusi i dettagli: dall’11 novembre al 6
dicembre 2024, sono stati sequestrati circa 20.000 animali vivi finiti
nelle mani dei trafficanti di animali selvatici. Thunder 2024 ha visto
lavorare insieme poliziotti, funzionari della dogana, personale di
controllo delle frontiere e forestali di ben 138 paesi e regioni.
Non è la prima volta che l’operazione Thunder va in scena. La prima edizione, infatti, risale al 2017. Tuttavia questa è l’edizione che ha visto il maggior numero di forze spiegate. E i risultati si sono visti.
Oltre agli animali salvati, le autorità sono riuscite ad arrestare 365 sospettati, identificando nel contempo ben 6 reti criminali transnazionali, accusate di avere un ruolo nel traffico di animali e piante protetti dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione (CITES).
Molte specie sono vittime dei trafficanti perché nei loro confronti ci sono ancora forti richieste dal mercato illegale. In alcuni casi, questi animali vengono consumati come cibo proibito, in altri sono venduti come beni di lusso. Ancora, finiscono uccisi per i loro presunti benefici medicinali, imbalsamati da collezionisti fuorilegge o venduti clandestinamente come animali da compagnia o da competizione.
Fortunatamente l’INTERPOL, grazie all’operazione Thunder, è riuscita a salvare moltissimi esemplari ancora vivi. 2.213 i sequestri effettuati, in diversi Paesi del mondo. I funzionari hanno recuperato grandi felini (18), pangolini (12), tartarughe (5.877), altri rettili (1.731), primati (33) e uccelli (12.427).
Esperti forensi specializzati in fauna selvatica hanno prelevato campioni di DNA prima di mandare gli animali in appositi centri di recupero. Qui gli animali sono stati visitati, curati e sono ora in attesa di essere rimpatriati o riabilitati. Le tempistiche, in questi casi, variano sia in base allo stato di salute degli animali, sia in base ai diversi quadri normativi nazionali.
Se vi state chiedendo perché sia così importante la raccolta del DNA, è presto detto: si tratta di prove fondamentali per i processi e le azioni penali, in quanto permettono di confermare la specie e l’origine degli animali liberati, e sono determinanti anche per ottenere nuove indicazioni in merito alle diverse rotte de traffico illegale.
I funzionari non hanno però sequestrato solamente animali vivi. Hanno recuperato, infatti, anche centinaia di migliaia di parti e derivati di animali (fra cui pinne di squalo, squame di pangolino, corni di rinoceronte e bile di orso), piante e organismi marini. I sequestri si sono svolti negli aeroporti e negli hub di smistamento dei porti.
In Turchia, ad esempio, i funzionari hanno sequestrato 6.500 uccelli canterini vivi, scoperti durante l’ispezione di un veicolo al confine con la Siria. In India, invece, sono state salvate 5.193 tartarughe dalle orecchie rosse (le tartarughe palustri del genere Trachemys), nascoste nelle valigie di alcuni passeggeri giunti dalla Malesia nell’aeroporto di Chennai.
E mentre in Qatar sono stati sequestrati 8 corni di rinoceronte in un bagaglio in transito dal Mozambico alla Thailandia, in Repubblica Ceca sono state salvate ben 8 tigri di età compresa fra i due mesi e i due anni che si trovavano in un allevamento sospettato di essere illegale. Non sono mancati, poi, sequestri di armi da fuoco, veicoli e attrezzature varie per il bracconaggio.
Le indagini hanno interessato anche le attività illegali online. Si è così scoperto che i sospettati erano soliti usare diversi account sia sui social media che sui vari marketplace; sono poi anche state individuate più di 100 aziende coinvolte in questo traffico di specie protette.
Valdecy Urquiza, il Segretario generale dell’INTERPOL, ha spiegato che le reti del crimine organizzato riescono a trarre profitto dalla domanda di animali e piante rari, sfruttando la natura per soddisfare l’avidità umana. Urquiza ha concluso spiegando come i crimini ambientali siano estremamente distruttivi e sortiscano a cascata effetti deleteri: concorrono alla distruzione della biodiversità, contribuiscono ai cambiamenti climatici e alimentano instabilità e conflitti.
Dello stesso avviso anche Ian Saunders, Segretario generale dell’Organizzazione mondiale delle dogane: ha spiegato che l’operazione Thunder fa luce ogni anno su crimini che spesso non sono considerati una priorità per chi deve far rispettare le leggi. Tuttavia, grazie agli sforzi congiunti messi in campo, è stato possibile creare sistemi di cooperazione che facilitano di molto lo scambio di informazioni, perfezionando anche le strategie.
In apertura: In un’immagine di stock, un sequestro di animali selvatici detenuti illegalmente. Foto IPA.
(Fonte: petme.it)
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