Dato per estinto, è tornato a volare nei cieli del Brasile. La veterinaria meranese, insieme al marito, seguono da anni il progetto di reintroduzione in natura di esemplari di Ara di Spix nati in cattività
L'ultimo carico è partito poche settimane fa, scortato e accudito dalla Germania: destinazione Brasile. Quaranta meravigliosi pappagalli della specie fino a poco tempo fa estinta in natura, l'Ara di Spix.
Un grande applauso all'atterraggio, tra i presenti anche il dottor Lorenzo Crosta a vigilare sulla stato di salute degli esemplari.
Da anni fa parte di un progetto di spessore internazionale per il reinserimento in natura di questo animale, portato avanti dall'Associazione berlinese per la conservazione dei pappagalli minacciati (ACTP). Con lui, lombardo di nascita, altoatesino per amore, in prima linea anche la moglie, la veterinaria meranese Petra Schnitzer.
Nel 2000, in Brasile, l'ultimo esemplare allo stato selvatico conosciuto fu trovato morto. Un'ondata di commozione e impegno da parte di allevatori privati, zoo e governo brasiliano portò a riunire i pochi pappagalli rimasti vivi. Lo scopo? Creare una popolazione in cattività che un giorno potesse essere reintrodotta in natura. A Berlino Petra, insieme al marito Lorenzo, vigila sullo stato di salute degli esemplari riprodotti.
Una specie, l'Ara di Spix, entrata nell'immaginario collettivo grazie a Rio, film d'animazione di successo.
“Nella realtà Blu, il protagonista, si chiamava Presly, ha vissuto
circa 40 anni, è morto pochi anni fa” spiega Petra Schnitzer. Presly è
morto. Non tutto però è andato perduto. Negli ultimi anni la sua specie,
grazie a dedizione, passione e professionalità, da dichiarata estinta
in natura è stata reintrodotta con successo a nord di Bahia, dove uno degli uccelli più rari al mondo è tornato a volare.
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