"Siamo di fronte ad una proposta ideologica e anacronistica, che stravolge ogni principio di tutela ambientale e sicurezza pubblica"
Il Partito Animalista Italiano (PAI) e l’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) esprimono il loro sdegno e la più totale opposizione alla folle riforma sulla caccia che il Governo Meloni, con il diretto coinvolgimento del Ministro Lollobrigida e del senatore della Lega Bruzzone, si appresta a portare avanti.
"Quello che si profila è un attacco senza precedenti alla fauna selvatica, al patrimonio naturale collettivo e alla sensibilità della stragrande maggioranza degli italiani, che da anni si esprimono in modo chiaro e inequivocabile contro la caccia e la violenza che essa rappresenta - spiegano le associazioni - Siamo di fronte ad una proposta ideologica e anacronistica, che stravolge ogni principio di tutela ambientale e sicurezza pubblica. Una proposta redatta, di fatto, sotto dettatura delle frange più estremiste del mondo venatorio, con la complicità silente (o peggio, entusiasta) di figure istituzionali come il senatore Bruzzone, paladino dichiarato degli interessi dei cacciatori, e del Ministro Lollobrigida, sempre più lontane dalle esigenze reali del Paese.
"Tra i punti più gravi e inaccettabili del disegno di legge vi sono l’estensione delle aree cacciabili, che includerebbero persino spiagge, foreste e luoghi abitualmente frequentati da turisti, famiglie ed escursionisti; la possibilità di cacciare anche dopo il tramonto e su terreni innevati, aumentando in modo allarmante i rischi per la sicurezza pubblica; il ritorno all’uso degli uccelli da richiamo, con ben 47 specie condannate a vivere in gabbia per sempre; la soppressione delle tutele previste per le aree protette, con la possibilità di intervento coercitivo da parte del ministro; l’autorizzazione concessa persino alle guardie giurate di supermercati e banche di sparare agli animali; e infine, la distruzione sistematica degli habitat naturali, mascherata da presunti obiettivi di tutela della biodiversità".
"Tutto questo mentre il numero dei cacciatori in Italia è in costante declino, e la popolazione mostra sempre più consapevolezza, compassione e rispetto per gli animali e per l’ambiente. La caccia non è uno sport, è un residuo barbarico di un tempo che dovrebbe essere superato. Non ha più alcuna giustificazione né scientifica, né sociale, né culturale. Anziché affrontare le vere emergenze del Paese – come la crisi climatica, la desertificazione, il dissesto idrogeologico – si preferisce assecondare una lobby armata in declino, sacrificando animali, natura e diritti civili in cambio di voti. A Bruzzone e Lollobrigida chiediamo: a che gioco state giocando? Davvero intendete consegnare la nostra biodiversità nelle mani dei fucili, per motivi elettorali?".
Il PAI e l’OSA si uniscono con forza alle posizioni di tutte le realtà ambientaliste e animaliste che in queste ore stanno levando un grido d’allarme: "Non staremo a guardare mentre la Costituzione, la natura e il buon senso vengono calpestati. Annunciamo da subito una mobilitazione permanente: se questo disegno di legge arriverà in Parlamento, denunceremo in ogni sede possibile i suoi promotori politici e combatteremo con ogni mezzo legittimo per impedirne l’approvazione. La fauna selvatica non è merce di scambio, non è proprietà privata dei cacciatori, non è strumento per assecondare nostalgie armate di qualche partito in affanno. È un bene comune, fragile, insostituibile, e va difeso con coraggio".
(Fonte: savonanews.it)
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