Le formiche architette perfette e infermiere instancabili

 Le formiche architette perfette e infermiere instancabili

Nel minuscolo mondo delle formiche, nulla è lasciato al caso. Organizzate in società complesse e sorprendentemente efficienti, questi insetti non solo costruiscono nidi elaborati, ma sono anche in grado di adottare strategie sanitarie per evitare che le malattie si diffondano all’interno della colonia. Un equilibrio perfetto tra architettura e prevenzione, che continua a stupire scienziati ed etologi.


Come costruiscono il nido le formiche

A seconda della specie, le formiche possono costruire nidi nel terreno, sotto la corteccia degli alberi, tra le foglie o addirittura dentro strutture umane. Le formiche del genere Formica, per esempio, accumulano aghi di pino, rametti e detriti vegetali per creare cumuli che fungono da nidi ben areati e termoregolati. Le Atta, meglio note come formiche tagliafoglie, realizzano invece vere metropoli sotterranee che possono ospitare milioni di individui e svilupparsi su più livelli, con camere dedicate alla coltivazione di funghi, alla cura delle larve e al deposito del cibo.

Queste strutture sono frutto del lavoro collettivo: ogni formica, seguendo istruzioni semplici basate su segnali chimici e ambientali, partecipa alla costruzione di gallerie, camere e vie di fuga. Non c’è un architetto in senso umano, ma l’interazione tra centinaia di migliaia di individui produce risultati incredibilmente ordinati ed efficienti. È una forma di intelligenza distribuita, dove il tutto è molto più della somma delle parti.

Quando la malattia entra nel formicaio

Ma cosa succede quando la malattia minaccia questo ordine perfetto? Le formiche non sono immuni a virus, batteri o parassiti, e la densità della colonia potrebbe, in teoria, favorire una rapida diffusione. Tuttavia, negli ultimi anni la ricerca ha dimostrato che le formiche hanno sviluppato un vero e proprio sistema di “igiene sociale” per contenere il rischio.

Le formiche sentinella, ad esempio, sono in grado di percepire – tramite segnali chimici – se una compagna è infetta o morente. In alcuni casi, isolano l’individuo rimuovendolo fisicamente dal nido. In altri, praticano un tipo di disinfezione usando le proprie secrezioni antimicrobiche, che vengono distribuite sulla cuticola della compagna malata in un’operazione simile a una “pulizia medica”.

In casi estremi, alcune formiche infette si auto-isolano volontariamente, abbandonando il nido per morire lontano dalla colonia. Un gesto estremo che sembra quasi consapevole, ma che è il frutto di una risposta evolutiva: così facendo, la singola formica protegge il gruppo, massimizzando le probabilità di sopravvivenza della colonia.

Un modello per la società umana?

Questo straordinario sistema di gestione della salute ha portato molti scienziati a considerare le colonie di formiche come un “superorganismo” in cui ogni individuo contribuisce al benessere collettivo. I comportamenti di costruzione, divisione del lavoro e controllo delle infezioni mostrano quanto la cooperazione e l’adattamento siano profondamente radicati nel mondo naturale.

Le formiche ci ricordano che anche le società più complesse possono essere gestite con efficienza, persino in condizioni di emergenza. Un piccolo insetto, milioni di individui, una sola grande intelligenza collettiva.

(Fonte: petme ) 

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