A Columbus, in Ohio, c’è un ospedale che ogni giorno riceve piccoli pazienti con le storie più disparate: pulcini caduti dal nido, coniglietti investiti, ricci feriti, rapaci intossicati. È il Wildlife Hospital dell’Ohio Wildlife Center (OWC), il più grande centro di riabilitazione per fauna selvatica dell’Ohio, negli Stati Uniti. Qui arrivano migliaia di animali ogni anno – oltre 8.500 esemplari di più di 200 specie – con un obiettivo soltanto: curare e restituire ognuno alla libertà, quando possibile.
La parte più sorprendente della storia dell’OWC inizia oltre i confini dell’ospedale. Dal 1994 l’organizzazione porta una parte della riabilitazione degli animali all’interno delle carceri dell’Ohio: un programma nato all’Ohio Reformatory for Women e poi esteso ad altri istituti. Qui, il personale OWC forma i detenuti perché possano occuparsi di animali orfani o feriti che richiedono cure intensive ma non mediche (alimentazioni frequenti, termoregolazione, pulizia, monitoraggio del peso). Nel tempo, migliaia di conigli, scoiattoli, opossum della Virginia hanno attraversato queste nursery speciali, crescendo abbastanza da essere liberati.
Negli ultimi anni il progetto è cresciuto: oggi coinvolge decine di persone detenute in più istituti (fra cui Marion e Richland Correctional Institutions, oltre all’Ohio Reformatory for Women). Gli animali arrivano dall’ospedale e, una volta stabilizzati, proseguono il percorso in spazi tranquilli allestiti dentro il carcere. In un recente monitoraggio, a Marion tra gennaio e agosto 2025 sono entrati 284 animali e 186 sono stati rilasciati nei 1.032 acri del complesso, un’area con boschetti e piccoli laghi che offre habitat idonei a specie diverse.
Il risultato non è solo numerico. Per chi partecipa, prendersi cura di un animale – nutrirlo a intervalli, vederlo crescere, prepararlo al rilascio – restituisce routine, responsabilità e senso. Per gli animali, il vantaggio è altrettanto concreto: ambienti silenziosi e controllati e una presenza costante di caregiver addestrati riducono stress e complicazioni.
Realtà integrate
Il progetto carcerario non “sostituisce” la clinica: la integra. Gli ospedali per fauna selvatica incontrano un ostacolo enorme nei mesi delle nascite: migliaia di cuccioli richiedono poppate ogni 2–3 ore e monitoraggi continui. Spostare questi compiti in contesti con personale formato e presente 24 ore su 24 aumenta le chance di sopravvivenza. Intanto, chi sta scontando una pena sperimenta competenze concrete (igiene, gestione di protocolli, lavoro in team) e una relazione non giudicante che spesso è mancata nella vita precedente. È la definizione pratica di riabilitazione reciproca: animali e persone che, insieme, tornano a una forma di libertà.
Un modello da conoscere, sostenere, replicare
Per gli appassionati di animali, supportare a distanza l’OWC significa sostenere un modello integrato di cura: clinica veterinaria, educazione del pubblico, programmi in carcere e rete di volontari. È un modo nuovo di pensare al welfare della fauna selvatica in città: l’ospedale cura, la comunità assiste, l’istituzione penitenziaria diventa luogo di responsabilità e non solo di custodia.
Foto: Ohio Wildlife Center / Facebook
(Fonte: petme.it)
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