Allo Zoo di Napoli è successo
qualcosa che in Italia non era mai accaduto: sono nati quattro cuccioli
di fossa del Madagascar. L’annuncio è arrivato solo ora per prudenza: i
piccoli sono venuti alla luce a giugno, due maschi e due femmine. A
confermarlo è il direttore del parco, che parla di evento “eccezionale” e
di prima assoluta nel nostro Paese.
I genitori si chiamano Tonga e Dingana: lei accudisce i piccoli nel
nido, mentre lui resta nel recinto adiacente, come avviene spesso per
questa specie solitaria.
Chi è il fossa
Il fossa (Cryptoprocta ferox) è il più grande carnivoro del Madagascar. A prima vista ricorda un felino, ma appartiene alla famiglia dei Eupleridi, il gruppo di carnivori malgasci imparentati con manguste e zibetti. È agile, ha una coda lunghissima per mantenere l’equilibrio, il corpo snello da “corridore della foresta”. In natura preda soprattutto lemuri e per questo svolge un ruolo chiave di regolatore degli ecosistemi malgasci. La specie è classificata come vulnerabile nella Lista Rossa IUCN a causa della perdita degli habitat e della caccia, con un declino stimato oltre il 30% in tre generazioni.
Vita da acrobata… a ogni ora
Il fossa è un animale attivo sia di giorno che di notte a seconda del clima e della presenza di prede. Si arrampica e salta con facilità sorprendente; nella foresta pattuglia territori ampi, soprattutto nei periodi secchi quando cibo e acqua scarseggiano. Questi tratti spiegano anche perché allevarla ex-situ sia complesso: ha bisogno di arricchimenti ambientali, spazi e routine studiate per mente e muscoli.
Dalla stagione degli amori alla nursery
In natura gli accoppiamenti avvengono tra settembre e ottobre; dopo una gestazione di circa 90 giorni nascono in media da due a quattro piccoli, ciechi e completamente dipendenti. Aprono gli occhi dopo circa due settimane, iniziano i primi assaggi solidi a tre mesi e non lasciano il nido prima dei quattro mesi e mezzo: la crescita è lenta rispetto a molti altri carnivori, segno di una strategia “lenta” che rende ogni nascita ancora più preziosa.
Perché la nascita di Napoli conta davvero
Mettere al mondo quattro fossa in un’unica cucciolata è già notevole; farlo in un contesto europeo lo è di più. I fossa sono presenti in diversi zoo del continente ma la riproduzione è complessa: il corteggiamento richiede tempi lunghi e scelte accurate dei partner, e spesso i programmi consigliano trasferimenti tra strutture per garantire la massima diversità genetica. In Europa questi piani sono coordinati dagli EEP (EAZA Ex-situ Programme), che gestiscono gli spostamenti: un lavoro di rete in cui ogni nascita è un tassello conservazionistico, non solo una “curiosità” da cronaca.
Uno sguardo oltre la rete
La notizia napoletana ha fatto il giro dei media perché è la prima volta in Italia e perché ricorda il ruolo degli zoo moderni: non solo luoghi di visita ma centri di allevamento conservazionistico, ricerca e sensibilizzazione. Dal punto di vista della specie, significa nuove linee genetiche da integrare nella popolazione europea e, un domani, competenze utili per eventuali progetti in Madagascar, dove la deforestazione continua a erodere la casa del fossa.
Cosa succederà ora
Per alcune settimane i cuccioli resteranno con Tonga nella tana, con accessi graduali all’area esterna quando le condizioni lo consentiranno. Gli operatori monitorano crescita, socializzazione e dieta, limitando le interferenze: l’obiettivo è supportare senza sostituire le cure materne, così da favorire comportamenti naturali anche in un contesto protetto. A tempo debito, e seguendo le raccomandazioni EEP, i giovani potranno essere trasferiti in altre strutture europee per formare nuove coppie compatibili. Nel frattempo, per chi li visiterà, vale una regola semplice: rispettare silenzi, distanze e percorsi, perché ogni passo in meno è stress in meno per la famiglia.
L’arrivo dei quattro cuccioli allo Zoo di Napoli è quindi molto più di una buona notizia locale: è un piccolo successo internazionale per una specie unica, difficile da vedere in natura e fondamentale per la biodiversità malgascia.
(Fonte: petme.it )
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